Terni, Gianluca morì dopo un intervento al ginocchio: ortopedico deve risarcire 870mila euro all'azienda ospedaliera

Terni, Gianluca morì dopo un intervento al ginocchio: ortopedico deve risarcire 870mila euro all'azienda ospedaliera
di Nicoletta Gigli
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Giovedì 1 Giugno 2023, 23:43 - Ultimo aggiornamento: 2 Giugno, 08:07

TERNI - Più di 869mila euro da risarcire all’azienda ospedaliera di Terni per le spese che ha sostenuto dopo la morte di Gianluca Guerrieri, 28enne narnese.

E’ la cifra che la Corte dei Conti dell’Umbria, nella sentenza depositata ieri, chiede a Sandro Latini, citato a giudizio dalla magistratura contabile nella sua qualità di medico ortopedico dell’azienda “Santa Maria”.

Il decesso di Gianluca, per la magistratura contabile, sarebbe stato causato da un’errata prestazione sanitaria.

Secondo quanto ricostruito nelle carte la morte del 28enne dopo un infortunio accaduto mentre giocava a calcio, sarebbe legata alle conseguenze di un intervento chirurgico.

Il giovane narnese disse addio alla vita nel lontano 13 febbraio del 2009 in seguito ad alcune complicazioni nate dopo l’operazione al ginocchio destro, effettuata dall’equipe diretta dal medico ternano.

Gianluca fu operato in artroscopia il 22 gennaio 2009, quando gli fu asportata una cisti sinoviale.

L’intervento era riuscito e dopo le dimissioni e la terapia prescritta sarebbe dovuto tornare in ospedale dopo due settimane per la visita di controllo.

Nei giorni successivi però la gamba si era gonfiata e il giovane, in condizioni abbastanza precarie, tornò in ospedale. Una situazione che non sembrò preoccupare i medici, tanto che il giovane paziente fu rimandato a casa in attesa di un controllo che era stato fissato per il 14 febbraio.

La sera precedente però le sue condizioni si aggravarono e nonostante l’intervento del 118, il massaggio cardiaco e la disperata corsa in ospedale, il cuore di Gianluca si fermò per sempre.

Dopo il decesso i familiari vollero fare chiarezza. Iniziò un lungo processo che nel 2014 portò alla prima sentenza di condanna, nei confronti dell’azienda ospedaliera ed in solido del medico chirurgo, a risarcire i familiari per oltre 800 mila euro. Sentenza confermata tre anni dopo anche dalla corte d’appello di Perugia.

A quel punto la vicenda, come sempre accade in casi analoghi, è finita all’attenzione della procura regionale della corte dei conti dell’Umbria. Che ha rinviato a giudizio l’ortopedico per il danno erariale indiretto per una cifra totale che sfiora gli 870mila euro.

Nella sentenza depositata ieri la corte dei conti sottolinea che «la condotta dell’ortopedico nella gestione post-operatoria del giovane paziente appare direttamente causativa del danno per aver omesso l’effettuazione dei controlli ambulatoriali post-chirurgici ogni 4/5 giorni dopo l’intervento, soprattutto nel caso in cui, come quello in esame, il paziente lamentava dolore».

Per la corte dei conti, nei confronti del 28enne sono stati prescritti «trattamenti che hanno assolto un evidente ruolo concausale nell’insorgenza della trombosi venosa profonda e, quindi, dell’embolia polmonare, con conseguente decesso del giovane paziente».

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