Terni, Alberto Liguori, nuovo dietrofront, resta alla guida della procura: nel merito decide il consiglio di Stato il 28 novembre

Terni, Alberto Liguori, nuovo dietrofront, resta alla guida della procura: nel merito decide il consiglio di Stato il 28 novembre
di Nicoletta Gigli
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Giovedì 9 Novembre 2023, 07:49

TERNI - Alberto Liguori resta a guidare la procura di Terni.

L’incarico da procuratore capo gli viene confermato dalla settima sezione del consiglio di Stato che, nel merito, si esprimerà nell’udienza che è stata fissata per il 28 novembre.

E’ l’ennesimo colpo di scena di una vicenda a dir poco articolata. La penultima puntata il 2 novembre, quando il Tar del Lazio ha sposato la decisione del consiglio superiore della magistratura del gennaio scorso di non confermare Liguori nell’incarico di procuratore capo di Terni per incompatibilità.

Nel mirino le chat intercorse tra lui e l’ex presidente dell’associazione nazionale magistrati,  Luca Palamara.

Liguori, dopo la non conferma, ha presentato l’istanza cautelare al consiglio di Stato contro la sentenza del Tar.

La decisione dei giudici amministrativi di primo grado viene di fatto sospesa in attesa del giudizio di merito del consiglio di Stato del prossimo 28 novembre.

Una vicenda intricata che, iniziata l’11 gennaio scorso con la decisione del plenum di non confermare Liguori alla guida della procura per via delle chat tra lui e Palamara, è andata avanti a suon di carte legali e colpi di scena.

Dal 12 gennaio Liguori era tornato a fare il pm seguendo le udienze in tribunale e al timone di palazzo Gazzoli ci sono stati diversi cambi. Per qualche giorno la facente funzioni di procuratore fu Barbara Mazzullo, la pm con maggiore anzianità di servizio. Dal 20 gennaio il consiglio giudiziario dell’Umbria aveva nominato Claudio Cicchella.

A guidare gli uffici di palazzo Gazzoli Cicchella era rimasto per due mesi.

Fino al giorno in cui il Csm non l’aveva rimosso dall’incarico ritenendo che il ruolo di facente funzioni spettasse a Barbara Mazzullo.

Il 18 aprile era arrivata la decisione del consiglio di Stato, che aveva dato ragione a Liguori accogliendo il suo ricorso e ordinando che fosse reimmesso nelle funzioni di procuratore capo. Lui, dopo il giuramento in tribunale, era tornato nel suo ufficio che, dopo la sentenza del Tar del 2 novembre,  ha dovuto di nuovo lasciare. Per la seconda volta in pochi mesi è tornato a fare il pubblico ministero ma solo per qualche giorno.

Immediato infatti il suo ricorso contro la sentenza e la richiesta al consiglio di Stato della sospensione cautelare del provvedimento del Tar del Lazio.

L’istanza è stata accolta e la sentenza sospesa, con Alberto Liguori che resta al vertice della procura ternana. La parola fine sulla vicenda sarà messa a fine mese dal consiglio di Stato.

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