Stasera al Morlacchi evento AUCC
con Servillo, Girotto e Mangalavite

Stasera al Morlacchi evento AUCC con Servillo, Girotto e Mangalavite
di Michele Bellucci
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Mercoledì 22 Maggio 2019, 09:53
PERUGIA - Saliranno questa sera, mercoledì, sul palco del Teatro Morlacchi tre grandi musicisti, decisi a contribuire in prima persona la campagna “Adotta un Ricercatore” ideata dall'Aucc - Associazione Umbra per la lotta Contro il Cancro (inizio alle 21.00). Peppe Servillo, Javier Girotto e Natalio Mangalavite proporranno per la prima volta nel capoluogo lo spettacolo legato all'album Parientes, che racconta, tra un tango e una cumbia, le storie di quel popolo migrante che lasciò l’Italia dando vita in Sudamerica ad una nuova cultura. L’evento, che raccoglierà fondi per finanziare con borse di studio ricercatori dell’Università degli Studi di Perugia, vede il sostegno del Lions Club Perugia Centenario e di sponsor privati.

Peppe Servillo, come mai ha scelto di sostenere nuovamente l’Aucc offrendo questo concerto?
In primis per il legame di amicizia e affetto con Giuseppe Servillo, che guida il gruppo di ricercatori dell’Università perugina. Nel 2015 ci siamo esibiti con il Solis String Quartet, nel 2017 con gli Avion Travel e questa è la terza volta: è un’iniziativa che ci piace portare avanti senza fare tanto clamore, perché vediamo che la città è totalmente coinvolta e anche stavolta pare che ci sarà una bella risposta.

Cosa pensa del progetto “Adotta un Ricercatore”?
La trovo una bella iniziativa, perché non finanzia direttamente un obiettivo ma punta sul fatto che il lavoro di una persona possa portare un contributo importante alla società. Con tutto il rispetto per le altre iniziative benefiche, da cui abbiamo solo da imparare, questa mi piace perché non si limita a riscontri effettivi, ma propone un’idea di società.

Eseguirete i brani di "Parientes”, un disco diretto al cuore?
E’ un album che indaga un’umanità apparentemente minore, che in un tempo non remoto ha legato il nostro paese all’Argentina. Una cultura che proviamo a riportare a casa riproponendo le canzoni dell’epoca firmate da autori di origine italiane.

Un caso nel quale l’arte si trasforma in impegno civile?
Certamente. E va evitato l'oscuramento di certe storie. Sono capitoli determinanti per la nostra cultura.

Con lo stesso trio avete anche narrato un elemento più popolare, con l’album “Futbol”…
In quel caso abbiamo voluto raccontare un'epica del calcio latino-americana, un po' leggendario, a tratti con accenti di grande partecipazione poetica. Lì molto di ciò che riguarda il calcio continua partire dai campetti di periferia. Un mondo distante dal nostro ma che lo riguarda, perché ancora anche nel nostro calcio c'è un'espressione che si origina dal sentimento popolare.

Nel concerto c’è anche un omaggio a Lucio Dalla, perché?
Proponiamo “Felicità” un brano che abbiamo inciso tempo fa per la Sony in un disco tributo a Dalla, così si è deciso di inserirlo in repertorio. E' un sentito omaggio a un caro amico con cui abbiamo lavorato tutti e tre di persona. Un brano stupendo che parla anche all'Italia di oggi. Vi si racconta un'idea di felicità vista come una promessa.
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