Santopadre: «Caro Grifo, io sono vivo e la società resta in vendita»

Il presidente Massimiliano Santopadre
di Antonello Ferroni
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Giovedì 14 Dicembre 2023, 07:00
PERUGIA - Dal gelo del Curi al calore del Castello di Rosciano, ormai tradizionale teatro della cena degli auguri natalizi con gli sponsor. Per Massimiliano Santopadre, presidente del Perugia retrocesso in C, in lotta per tornare in auge e da mesi in vendita, è stata una iniezione di fiducia. Tanto che dopo mesi di silenzio il numero uno biancorosso ha deciso di tornare a parlare. 
«Come sto? Sono ancora vivo – ha detto davanti a telecamere e taccuini dei giornalisti - quanto accaduto in estate mi ha segnato in maniera importante. La spaccatura con la tifoseria mi toglie tanta forza che in questi anni ho sempre trasmesso alla squadra. Oggi sono stanco. Sono una parte della catena composta da tifosi, giocatori, allenatore, ds e società. Ogni elemento deve portare energia per qualche punto in più. Oggi 3-4 elementi di questi 6-7 non ci sono ed è ancora più difficile. Ma nulla è perduto. Sono abituato a rialzarmi, spero di farlo insieme a chi ancora mi vuole bene e alla squadra, all’allenatore ed al mio direttore».
Chi dovesse pensare ad un Santopadre deciso a restare, sarebbe però fuori luogo. «Mi dà fastidio il fatto che si dica che sono qui per guadagnare e di non essere creduto. Si creano voragini e spaccature che alla fine fanno solo male al Perugia. Sono qui perché ad oggi non ci sono persone serie e concrete che mi sostituiscono. La Ninedots? Un ufficio importante di Roma mi ha contattato dicendo che c’era una società estera comandata da italiani interessata. Siamo andati avanti con la trattativa fino a firmare una lettera d’intenti ma al dunque non è mai stata formulata alcuna garanzia per il pagamento del club. Non ne ho parlato perché non sarei stato creduto. Spettava dirlo allo studio Benigni, ho fatto una richiesta a fine settembre di un comunicato chiarificatore, mi è stato risposto che lo studio non poteva sopportare una debacle del genere. C’era anche un patto di riservatezza che ora è scaduto. Chiedete a Moreno Zebi, che doveva fare il ds. Sono spariti. Ma secondo voi ho architettato io il teatrino…?».
E ancora: «Se è vero che c’è stata un’offerta umbra? Mai. Se c’è davvero qualcuno, questo imprenditore si palesasse, dicesse chi è, dicesse che offre 3 milioni come è stato detto e Santopadre chiude la trattativa davanti a tutti».
E ora? «Il futuro per me è la partita con l’Arezzo. Nel calcio non c’è futuro se non ci sono risultati. Sono proiettato a questo campionato, al mercato, ci credo ancora. Devo capire come intervenire, centellinare le risorse che abbiamo e non sono tante. Ma il Perugia è in vendita e continuerà ad esserlo. È stato fatto un comunicato ufficiale sei mesi fa. Ho capito che il mio tempo a Perugia è finito. Devo trovare un sostituto serio che abbia la forza economica e la volontà di prendere questa situazione. Ad oggi ci sono stati solo contatti negativi che non mi hanno fatto neppure incominciare la trattativa. Bisogna avere calma e pazienza, nel frattempo bisogna mandare avanti il club. Ognuno lo deve aiutare in qualche modo. Io ho sbagliato, altrimenti non sarei retrocesso due volte. Ma abbiamo vissuto 8 anni di B di cui 6 da protagonisti, abbiamo fatto tanto…».
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