Il vantaggio di questo accesso chirurgico, poco usuale per la tecnica robotica, consiste nell’aver permesso di isolare subito i vasi, ossia l’arteria renale, e di reperire facilmente la lesione maligna senza dover scollare l’intestino dal rene come avviene invece per via addominale. A distanza di quattro giorni, dopo un rapido recupero, il paziente stava bene ed è stato dimesso in perfette condizioni cliniche. Il dottor Pansadoro, l’ultimo arrivato nell’equipe urologica diretta dal dott. Luzzi, vanta una esperienza decennale nella chirurgia robotica maturata a Bordeaux, nel più grande centro laparoscopico europeo, sotto la guida del dottor Richard Gaston, chirurgo urologo di fama mondiale.
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