Terni, sequestrata in una casa del centro poi pesta a sangue e accoltella un giovane commerciante per un debito. Sotto accusa lo stesso rapinatore di Bruno Bevilacqua

Terni, sequestrata in una casa del centro poi pesta a sangue e accoltella un giovane commerciante per un debito. Sotto accusa lo stesso rapinatore di Bruno Bevilacqua
di Corso Viola di Campalto
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Martedì 18 Aprile 2023, 07:57 - Ultimo aggiornamento: 18:10

TERNI Poco ore prima aver rapinato e terrorizzato (sparando anche un colpo di pistola) durante la notte di Natale l'imprenditore ternano Bruno Bevilacqua ed un suo amico, l'albanese Antonio Aroni avrebbe sequestrato in un appartamento, picchiato e accoltellato un ragazzo ternano di 25 anni per portagli via la sua autovettura, un telefono cellulare e le chiavi del negozio che gestisce insieme al padre dopo un regolamento di conti per debiti non onorati. Rapina emersa dalle indagini della squadra Mobile della questura di Terni su quanto accaduto al sessantasettenne rapinato nella sua villa di Collescipoli da tre ragazze giovanissime, dal napoletano Gennaro Costabile di 34 anni, e, appunto dall'albanese di 28 anni, che all'improvviso, durante festa, avrebbero estratto una pistola semi automatica e un manganello telescopico. Il party era stato organizzato proprio da Bevilacqua. La banda è stata identificata dopo alcune settimane dalla Squadra mobile  con il supporto dei carabinieri che ha arrestato i due e denunciato le tre ragazze,  una addirittura minorenne all'epoca dei fatti e le altre poco più che diciottenni. Tutti con l'accusa d rapina aggravata.

La notte fra il 24 e il 25 dicembre, di ritorno da una messa di Natale a Roma, i due imprenditori si erano recati in un locale notturno di Stroncone per concludere la serata e lì avevano incontrato l'albanese, l'italiano e le giovani. Il gruppetto li aveva convinti a recarsi a Collescipoli presso la villa di Bevilacqua per festeggiare il compleanno di una delle tre ragazze che proprio a mezzanotte aveva compiuto 18 anni. Una volta all'interno, i due arrestati avevano presto chiarito le reali intenzioni, picchiando il padrone di casa, sottraendogli un orologio d'oro del valore di circa 30 mila euro e rapinando anche l'altro imprenditore di un altro orologio che aveva al polso, sotto la minaccia della pistola. Durante la colluttazione tra Contestabile e l'imprenditore (picchiato violentemente con il manganello), che non voleva farsi sfilare l'orologio, Aroni, secondo l'accusa, avrebbe sparato anche un colpo di pistola, con il proiettile finito sul soffitto del salone. Lo stesso Aroni che sarebbe stato protagonista di un altro sequestro e violenta rapina ai danni del commerciante ternano 24 ore prima. Infatti, l'albanese secondo le indagini della Mobile intorno alle 15,30 del 22 dicembre ha dato appuntamento al giovane a piazza Dalmazia facendolo salire sulla sua auto per raggiungere insieme la casa di un loro amico comune a San Martino, un tossicodipendente che si riforniva di droga da Aroni. Al quale ha chiesto di uscire per poter rimanere da solo con il ragazzo che ha colpito più volte con dei pugni al viso tanto da fargli cadere un dente (premolare) e farlo sanguinare copiosamente. Non contento avrebbe preso un coltellino dalla lama di cinque centimetri conficcandolo all'altezza della spala sinistra per poi colpirlo ancora con calci e pugni. Tutto questo per farsi consegnare le chiavi dell'auto del giovane, quelle del negozio e dell'abitazione dello sesso ed un telefono cellulare di ultima generazione. Prima di andarsene ha chiamato un suo amico africano di 22 anni detto "Black" al quale ha ordinato di tenere sotto sequestro il commerciante fino al suo arrivo. Ma alle quattro del mattino il ragazzo dolorante ha implorato il suo sequestratore di liberarlo perché era convinto che la madre potesse chiamare le forze dell'ordine, cosa avvenuta con il consenso telefonico di Aroni. Per i due episodi si sono chiuse le indagini e si verso la richiesta di rinvio a giudizio per i sei indagati.
 

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