Qualità della vita, Perugia e Terni non decollano

L'indagine annuale del Sole 24 ore colloca le due province umbre nelle posizioni 49 e 62. Entrambi i territori guadagnano terreno nel capitolo Ricchezza e consumi, ma il perugino precipita in Cultura e tempo libero, il ternano in Demografia e società

Qualità della vita, Perugia e Terni non decollano
di Fabio Nucci
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Martedì 5 Dicembre 2023, 12:24

PERUGIA - Le due province umbre scendono nella classifica Qualità della vita 2023, stilata dal Sole 24 Ore. Entrambi i territori perdono otto posizioni, con Perugia che dalla 41 passa alla 49, Terni dalla 56 alla 62. Entrambi i territori guadagnano terreno nel capitolo “ricchezza e consumi”, mentre il perugino precipita in “cultura e tempo libero”, il ternano in “demografia e società”. «Rispetto al gruppo di province anche contigue con cui si potrebbe fare un paragone i nostri territori faticano di più – spiega Luca Ferrucci, ordinario di Economia e management delle imprese all’UniPg – e in alcuni indicatori, dalla ricchezza alla sicurezza, la situazione è la stessa di dieci anni fa».

L’Umbria dunque resta a metà classifica nell’indagine Qualità della vita 2023 stilata dal Sole 24 Ore sulla base di 90 indicatori multidimensionali suddivisi in sei macro categorie tematiche. Se quella di Terni si mantiene su posizioni medie, la provincia di Perugia conquista un ranking migliore nei capitoli Demografia e società (23° posto), Cultura e tempo libero (31°) e Ambiente-società (24°): ma nei primi due capitoli precipita e nel terzo mantiene le posizioni. «La graduatoria premia territori provinciali del Nord più che le città metropolitane – osserva Ferrucci – ma c’è un gruppo di province, da Ancona a Siena, passando per Pescara e Arezzo, che sarebbe spontaneo paragonare con le nostre, ma tutte sono messe meglio di Perugia e Terni che faticano anche rispetto ai territori contigui: stiamo diventando troppo diversi da chi era più simile a noi».

Entrambi i territori guadagnano terreno – ma restano a metà del guado - su Ricchezza e consumi. Perugia vanta valori sopra la media per quanto riguarda la spesa delle famiglie per il consumo di beni durevoli (2.908 euro), i pochi percettori di reddito di cittadinanza, un prezzo medio di vendita delle case più alto di quasi 60 euro al metro quadrato rispetto al dato italiano (1.950 euro) e si ravvisa una maggior spesa pro capite per riqualificazioni energetiche. Nonostante 11 posizioni in più, note dolenti da canoni di locazione più elevati e indice di inflazione sopra la media. Nello stesso capitolo, Terni guadagna 8 posizioni arrivando alla 64: la provincia si distingue rispetto alla media per la minor incidenza di percettori di reddito di cittadinanza (42,6% contro il 54,4%), canoni medi di locazione più contenuti rispetto al reddito dichiarato. La città dell’acciaio migliora, posizione 14, nei tempi di vendita del residenziale: 4 mesi contro i 5,3 medi in Italia.

Cultura e tempo libero, invece, è il capitolo nel quale Perugia perde più posizioni, scendendo alla 31.

Sotto le media, gli spettatori ogni mille spettacoli (56.728), il patrimonio museale per chilometro quadrato, l’indice di lettura (11 copie ogni 100 abitanti) che assegna la peggior posizione in classifica del capitolo, e una minor percentuale di amministratori under 40. Terni, invece, perde ben 41 posizioni su “Demografia e società” che oggi vale la posizione 53. Il ternano è agli ultimi posti per indice di natalità (98 su 107), tasso di fecondità (92) e indice di dipendenza strutturale (102): nella provincia ci sono 65 residenti in età non attiva ogni 100 “attivi” (58,9 in Italia). Terni è invece nella top ten per medici di medicina generale attivi ogni mille abitanti (0,82, ottavo posto), nella top 20 per quota di laureati della fascia 25-36 e numero medio di anni di studio tra gli over 25.

Considerando il piazzamento, Perugia fatica nell’ambito Affari e lavoro nel quale occupa la posizione 70 (scarsa imprenditoria giovanile, indice di fallimenti più che doppio rispetto alla media, numero di infortuni mortali e gravi) e in quello Giustizia e sicurezza che vale il 72° posto. In questo caso, la provincia è agli ultimi posti per furti in abitazione (323,7 denunce ogni 100mila abitanti, 95° posto), furti con destrezza (33 denunce, 87°), quota cause pendenti ultra triennali (0,23 sul totale, 84°). Meglio su Ambiente e servizi, capitolo nel quale la provincia di Perugia è alla posizione 24: si conferma prima per Illuminazione pubblica sostenibile (grazie al capoluogo), quinta nella voce amministrazioni digitali, dodicesima per qualità della vita delle donne. «Colpisce che le due province non eccellano in nessun sub-indicatore previsto nell’indagine (salvo illuminazione pubblica a Perugia e start up a Terni, ndr) – aggiunge il professor Ferrucci – e in generale su ambiente, economia e traporti siamo province da media classifica: non abbiamo aggregati dove possiamo considerarci eccellenti. Da noi resta una forte dicotomia tra trasporto pubblico e privato, ad esempio, ma anche tra pedoni e ciclisti, con poche piste ciclabili nelle nostre città».

Poco confortante anche il confronto con le serie storiche. «Se guardiamo i vecchi indici, l’ultimo decennio sembra perso, specie in termini di ricchezza, sicurezza e cultura, con valori simili al 2014. Nell’ultimo biennio, siamo stati più bravi su Ambiente e servizi ma preoccupa il fatto che mentre i territori vicini migliorano, noi restiamo fermi».

Fabio Nucci

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