Terni, campo largo in consiglio comunale: Pd e M5S con Ap per le nomine in due commissioni

Terni, campo largo in consiglio comunale: Pd e M5S con Ap per le nomine in due commissioni
di Sergio Capotosti
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Martedì 26 Settembre 2023, 10:05

POLITICA

In consiglio comunale va in scena il campo largo, con Bandecchi a fare da collante. Pd e M5S ieri sono andati a braccetto con Alternativa Popolare per le nomine nella commissione toponomastica e in quella per le case popolari. Il Pd si è spinto anche oltre, con il voto di astensione sul delicato tema delle assunzioni a tempo determinato dei vigili urbani dopo la bagarre esplosa tre settimane fa proprio su sicurezza e bilancio. Una sorta di appoggio esterno stile Prima Repubblica, quello dei Dem, che deve servire per testare la tenuta del "patto dell'acqua", quello siglato tra Pd e Ap per la nomina a presidente del Sii di Lorenzo Filippetti, coordinatore di Ap con un passato da membro di Farmacie Terni in quota Pd. Ma ieri Ap ha aperto un canale di credito anche con il M5S. L'accordo più evidente è stato comunque quello che ha portato l'ex assessore all'urbanistica del secondo Raffaelli, Giocondo Talamonti (del Pd), a prendere 18 voti. E in virtù di questa insolita versione di campo largo è arrivata anche la scelta di Francesco Giordanelli (impresario teatrale) che ha preso 20 voti, tanti quanti Tiziana Laudadio (docente), di Ap. Maria Nice Tini (Ingegnere elettronico), con 18 voti, ha chiuso la rosa degli eletti. Effetto campo largo anche per la scelta di Claudio Fiorelli, consigliere del M5s ieri assente, come componente della commissione case popolari, con il consigliere Josè Maria Kenny (Pd- IT) a fare da supplente. E il centrodestra è rimasto isolato.
Resta da capire ora che conseguenze avrà questo campo largo in vista di importanti appuntamenti elettorali, come le regionali. Ma ci sono anche passaggi intermedi che vanno presi in considerazione, e cioè il voto ponderato a dicembre per rieleggere il consiglio provinciale con la matematica certezza che Ap insieme al Pd si prenderanno la maggioranza di Palazzo Bazzani, mentre la presidente Laura Pernazza per altri due anni resterà a guidare la Provincia, ma senza una coalizione a sostenerla. Le conseguenze saranno comunque tutte in casa di Pd e M5S, visto che dentro Ap c'è una sole voce, quella di Bandecchi. Il Pd si trova a fare accordi con lo stesso Bandecchi che strizza l'occhio a Renzi, il padre di quel Jobs Act che il Pd a trazione Cgil vuole demolire. Il rischio implosione è alto. Così come lo è per il M5s, con De Luca che veste i panni dell'antiBandecchi militante, ma si ritrova dentro casa qualcuno che fa accordi con lo stesso Bandecchi. Rischio rottura altrettanto alto.

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