«Nel descrivere un opuscolo intitolato 'Lo sapevi che?’ destinato alla diffusione tra i giovani - si legge nel capo di imputazione del pm Manuela Comodi affermava falsamente che fosse un invito ad avere rapporti sessuali e a farlo esclusivamente tra persone dello stesso sesso». Quel volantino proveniva da un’assemblea svolta nel 2012 con gli studenti del liceo Alessi - relatori Mommi e un transessuale, incontro su «Orientamento sessuale, identità di genere e bullismo omofobico» - di cui Pillon era entrato in possesso attraverso il padre di un’alunna. Secondo Cavedoni l’attuale inquilino di Palazzo Madama «nei suoi interventi ha detto cose false»: «E' partito da un dato vero, l’assemblea e gli studenti in possesso dei volantini, sul quale poi ha costruito un racconto falso. Il principio di verità non è stato rispettato negli interventi di Pillon, la ricostruzione degli avvenimenti è avvenuta in modo da travisare la consecuzione degli stessi. Muovere un’accusa falsa nei confronti di qualcuno non può determinare alcun interesse per l'opinione pubblica». Durante il processo - conclude il giudice - Pillon «non ha mostrato alcun segno di resipiscenza o ravvedimento, rivendicando invece la correttezza delle proprie affermazioni e sminuendone il contenuto offensivo, sulla base di una non compresa ironia».
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