Perugia, presi venti writers: al via i processi

Un vagone della Fcu imbrattato
di Luca Benedetti
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Venerdì 21 Febbraio 2020, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 18:58
PERUGIA - "We are criminals”. Siamo criminali. Secco, preciso, non con la firma, cioè il tag, ma con il significato degli assalti dei writer. Siamo criminali è una delle scritte che hanno trovato in giro per la città, in due anni di indagini, gli agenti della polizia locale dell’Ufficio sicurezza Urbana e Ambientale. Un’indagine che donne e uomini del comandante Nicoletta Caponi hanno accelerato dopo l’input del sindaco Andrea Romizi.
Due anni in cui hanno denunciato venti writer: 18 sono perugini e due arrivano da fuori città. Per uno di loro, per una delle firme più note, è arrivato il momento del processo. Mask andrà a giudizio l’8 aprile dopo il coordinamento dell’indagine da parte del sostituto procuratore, Mario Formisano. L’8 aprile in udienza ci sarà anche Romizi. Meglio, ci sarà anche il Comune. Il sindaco ha dato mandato all’Avvocatura di studiare il caso e presentare il conto per il risarcimento alla parte civile.
Mask è la punta dell’iceberg. Di un mondo della notte che gli agenti della polizia urbana hanno scoperto con indagini certosine e attente. Ne viene fuori uno spaccato sui giovani della città. O per lo meno su quelli che imbracciano la bomboletta spray e vanno in giro a imbrattare i muri: quelli delle scuole, delle palestre, i piloni del minimetrò. E anche le carrozze del minimetrò. L’ultimo che hanno preso si firma (tagga) Ram o Rame. È lui l’autore dell’assalto alle carrozze della metropolitana sospesa. Stavolta hanno dato una mano le telecamere di sicurezza, ma non sempre è così facile.
Così gli agenti della polizia locale hanno studiato sodo tutto quello che fa il mondo dei writer. Praticamente tutti quelli denunciati hanno confessato. Perché quando in casa ti trovano le bombolette spray è difficile uscirne fuori. E soprattutto quando parlano telefonini, computer e siti. 
Mask è solo quello arrivato a processo, ma le firme si inseguono e si sono inseguite. Prendete Fcu: ha tempestato i muri di mezza città. Aveva anche un’altra tag: 6-3-21. Che è semplicemente Fcu scritto con i numeri che corrispondono alle lettere dell’alfabeto. La effe è la sesta, la C è la terza e la U è la numero ventuno. Così dove non c’era Fcu sui muri c’era a caratteri cubitali 6321.
Da Mask a Fcu, da Nikky a Kenos, ecco anche altri finiti nelle indagini. Finiti nelle indagini e finite le imprese. Per moltissimi, magari qualcuno ha cambiato tag. O è stato sostituito dai rookie, cioè gli esordienti. Quelli che emulano i grandi. Perché per arrivare a essere Mas, o chi come lui, si deve avere una sorta di riconoscimento del gruppo. E così si scovano obiettivi sempre più complessi. Per esempio i treni della Ferrovia Centrale Umbra. O i pannelli informativi della superstrada salendo sulla scaletta di servizio e usando lo spray nella parte posteriore, quella che gli automobilisti vedono come una griglia con sfondo grigio.
Le perquisizioni hanno fatto scoprire un tesoro di bombolette. E sembra che la voglia irrefrenabile di disegnare con lo spray abbia lasciato segnali anche dentro le case. Alcuni dei narcisisti della bomboletta, tutti denunciati per danneggiamento aggravato (la stessa accusa di cui dovrà rispondere Mask davanti al giudice) sono stati presi perché avevano iniziato a colpire forte nel quartiere dove abitano. Poi sono arrivati anche in Altotevere o a Foligno. 
Si muovo da soli. Ma anche per crew, cioè ciurma. In realtà bande di bombolettari. Ci scappano le battle, le battaglie. E arriva il crossing, il disegno sostituito da quello di un rivale. «This is not for you» (questo non è per te) hanno trovato scritto gli agenti su un vagone della ex Fcu. Perché chi si era spinto fino al treno aveva invaso il territorio del rivale. Chi più imbratta grande più ha peso nel mondo dove a volte alcol e un po’ di sostanze aiutano a colpire. Si cresce nella hit fino ad arrivare alla Hall of fame, cioè il muro più prestigioso di tutti. Se si disegna sulla curva che da Fontivegge scende verso via Cortonese, allora sì che si è diventati famosi. Fino a che non arrivano le divise.
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