Sospiro di sollievo per tutto il team di endoscopisti sempre reperibili durante queste notti estive.
Altro caso. Poche ore dopo, l'emergenza “ingestione” si è ripetuta ai danni di una bambina di circa 8 anni per colpa di una moneta ingerita per distrazione. In questo caso la corsa all'ospedale è stata provvidenziale, anche perché l'intervento immediato dei medici specialisti è servito a monitorare costantemente la presenza e il movimento della monetina tra esofago e trachea.
«Questa volta – spiega Luca Sediari, dirigente medico di Gastroenterologia dell'ospedale di Perugia – il rischio reale è stato quello del soffocamento. All'arrivo della bambina abbiamo provveduto a cercare l'oggetto con strumenti endoscopici, e dopo alcune ore, caso ha voluto che la moneta attraversasse indenne l'esofago, evitando per un soffio l'intervento».
Due casi che si sono risolti per il meglio, che non devono far abbassare la guardia da parte di chi deve controllare i bambini, soprattutto quelli più piccoli. Infatti, sono sempre più numerosi i casi di ingestione accidentale di oggetti anche molto pericolosi che mettono a repentaglio la vita di chi ne è coinvolto. Negli ultimi anni sono stati molti gli interventi endoscopici a causa di corpi estranei, che per fortuna, almeno in questi due casi, si sono risolti in maniera positiva.
«La parola d'ordine – continua il dottor Sediari – è di non sottovalutare la situazione e controllare con cosa hanno a che fare i bambini mentre giocano con oggetti contenenti piccole parti. Il problema immediato potrebbe essere quello del soffocamento a causa dell'inalazione. L'oggetto, infatti, può tornare su in trachea e soffocare il paziente, ostruendo le vie respiratorie. Per quello che riguarda le pile, invece, il danno potrebbe essere irreversibile perché causato dal rilascio in esofago di sostanze che provocano una sua perforazione, in molti casi letale. Quindi, è fondamentale non attendere minuti preziosi e rivolgersi subito al pronto soccorso: infatti, come in questi due casi l'intervento in endoscopia e il monitoraggio dei piccoli pazienti ci ha permesso di escludere rapidamente conseguenze molto serie».
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