Caso Goracci, otto a processo
ma accuse dimezzate

Caso Goracci, otto a processo ma accuse dimezzate
di Massimo Boccucci e Egle Priolo
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Giovedì 17 Aprile 2014, 21:47 - Ultimo aggiornamento: 21:49
PERUGIA - Caso Goracci, il giudice Luca Semeraro fa lo scalpo ai 39 capi di imputazione, ma resta l’accusa pi pesante.

Quell’associazione per delinquere che per la procura racconta un sistema di potere che avrebbe «piegato l’azione amministrativa a palazzo Pretorio secondo voleri e interessi personali», come ha sintetizzato l’avvocato Nicola Di Mario che difende il Comune di Gubbio.

«Perché il fatto non sussiste» cadono diverse accuse di quelle contestate dai pm Antonella Duchini e Mario Formisano, con due indagati (Antonella Stocchi e Marco Ottaviani) prosciolti.

Una lunga sequenza di «non luogo a procedere» ha quindi dimezzato le accuse, ma dopo diverse ore di camera di consiglio, il gup Semeraro ha scelto di mantenere in piedi l’accusa più pesante nei confronti degli indagati, l’ex sindaco di Gubbio e consigliere regionale Orfeo Goracci, Maria Cristina Ercoli, Nadia Ercoli, Lucia Cecili, Graziano Cappannelli e Lucio Panfili. Prosciolto da questa accusa solo l’ex segretario Paolo Cristiano, per cui comunque si apre il processo per altri reati satellite, insieme a Umberto Baccarini (dopo il patteggiamento di Marino Cernicchi).

Sul resto delle accuse, restano alcuni episodi di concussione e di abuso di ufficio, compreso il tentativo di concussione nei confronti dell’ex dirigente comunale Nadia Minelli. Cade anche l’accusa di violenza sessuale che pendeva sull’ex sindaco di Gubbio. «Finalmente inizia a esserci giustizia per Goracci», ha commentato all’uscita del tribunale il suo legale Franco Libori, soddisfatto per l’esito dell’udienza. Soddisfatti anche gli altri avvocati della difesa: «È stata una strage di accuse - conferma Marco Brusco che assiste Cappannelli -. E siamo pronti a dimostrare la totale correttezza dell’operato dei nostri assistiti».

«Sono invece rammaricato - attacca l’avvocato Nicola Di Mario -, perché la sussistenza dell’associazione per delinquere dimostra come all’interno del palazzo comunale di Gubbio agisse una cricca, il gruppo Goracci, che piegava alle sue volontà l’azione amministrativa del Comune».

Ora sarà il processo a stabilire eventuali responsabilità, dopo una giornata in cui il giudice Semeraro, dopo la lunga serie di udienze preliminari e l’analisi di migliaia di pagine dell’inchiesta (sfociata nei nove arresti di politici, ex amministratori, dirigenti e funzionari comunali del 14 febbraio 2012), tra le tesi dell’accusa e difensive, si è preso tutto il tempo necessario prima di arrivare alla decisione. Una giornata iniziata al mattino con tre ore dedicate alle repliche, aperte dal pubblico ministero Mario Formisano, che ha parlato per circa un’ora, e proseguite dall’avvocato Di Mario. Per la difesa ha argomentato più a lungo l’avvocato Ubaldo Minelli, che difende sei dei dieci imputati, seguito da Franco Libori e Marco Marchetti (per Goracci), Marco Brusco, Luigi Santioni, Mario Monacelli e David Brunelli.
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