Perugia, la banda dei ventenni e lo spaccio al Frontone. Centinaia di studenti tra i clienti. Tanti i luoghi dello smercio di droga: da Madonna Alta a Ferro di Cavallo fino a Corciano

La droga sequestrata
di Michele Milletti
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Lunedì 6 Marzo 2023, 08:35 - Ultimo aggiornamento: 08:38

Il Frontone. E poi ancora Madonna Alta, la zona di Corciano (dove avevano un bar come punto di riferimento), Ponte San Giovanni e anche Ferro di Cavallo. Nelle carte dell’inchiesta che ha portato i carabinieri a stroncare un maxi traffico di hashish e marijuana gestito da un gruppo di ventenni, c’è una vera e propria mappa dello spaccio a giovani e giovanissimi perugini e umbri.
Pochi giorni prima dell’arresto, all’alba del due marzo con il blitz scattato in cinque abitazioni tra Perugia e Corciano, uno dei considerati gli elementi di spicco del gruppo era ai giardini del Frontone a cedere a un altro giovane, secondo quanto si apprende di origini campane, un quantitativo di “fumo” pari oltre due etti. Questo è uno degli elementi che permette agli investigatori, in stretto contatto con la procura, di delineare in maniera sempre più netta le dimensioni di un traffico di droghe decisamente importante
Un’attività «particolarmente lucrosa» la definisce il giudice per le indagini preliminari, Valerio D’Andria, nell’ordinanza di applicazione di misure cautelari richiesta dall’ufficio guidato da Raffaele Cantone.
Già, perché i quindici chili di hashish e marijuana sequestrati dai carabinieri in un garage a Madonna Alta nella disponibilità del ventenne che viene definito «dominus» del gruppo e di cui soltanto un altro aveva conoscenza e disponibilità rappresentano molto probabilmente una parte dell’intera partita realmente acquistata solo qualche giorno prima.
Questo perché, raccontano le carte, attraverso le intercettazioni telefoniche e ambientali l’acquisto e il trasporto di questa notevole quantità sarebbe avvenuto intorno al 23 febbraio. «Non si è ribaltata per quanto pesa» dice uno dei due elementi di spicco rispetto agli altri tre e per gli investigatori, così come per gli inquirenti, il riferimento è appunto alla notevole quantità di droga che in quel momento sta viaggiando verso il garage. Probabilmente da Milano, anche se è da capire se i ragazzi ci andassero da soli o arrivasse tramite qualcuno.
Il ritrovamento nel garage avviene due giorni dopo, e dunque non è da escludere che ci siano state diverse cessioni come quelle registrate al Frontone o un’altra a Ferro di Cavallo.
Il due marzo inquirenti e investigatori decidono sia arrivato il momento di chiudere il cerchio: all’alba ecco i blitz nelle abitazioni dei cinque ragazzi e dei loro genitori. Che vedono, pare per la prima volta, spuntare dal soggiorno, dalla camera da letto e dagli armadi droga pronta allo spaccio. Oltre a migliaia d’euro in inconfondibili tagli da 20, 50 e 100 euro. «Le dimensioni del traffico sono rese evidenti dal quantitativo sequestrato» scrive il giudice nell’ordinanza sottolineando anche però come si tratti di sostanza «esclusivamente di tipo leggero.
Dei cinque uno resta in carcere, tre ai domiciliari e un altro con obbligo di firma.

Gli indagati sono difesi dagli avvocati Paccoi, Costanzi e di Benedetto.

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