Ospiti maltrattati nel centro psichiatrico: per il caso Forabosco di Perugia ci sono altre tre indagate

La sede della Procura della Repubblica
di Enzo Beretta
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Sabato 8 Aprile 2023, 09:23
Nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari emesso dalla Procura di Perugia che in questi mesi ha portato avanti l’inchiesta sui maltrattamenti subìti da ragazzi disabili oppure affetti da problemi di autismo nel Centro psichiatrico di Forabosco si leggono i nomi di tre nuove persone indagate. Si tratta di tre operatrici: Tiziana Cittadini (41), Federica Canonico (50) e Chiara Baffa (35). I loro nomi si aggiungono a quelli di Francesco Pastorelli (45 anni) e Giovanni Collalti (55), finiti nel dicembre scorso agli arresti domiciliari insieme a Luigi Marinelli che in questo momento è fuori avendo chiesto, attraverso il suo avvocato Gabriele Brindisi, di patteggiare la pena a due anni e nove mesi. Chiesta, invece, l’archiviazione per la direttrice sanitaria della struttura. L’avviso di conclusione delle indagini preliminari è il preludio della richiesta di rinvio a giudizio. E se Collalti e Pastorelli vengono ritenuti responsabili di aver «maltrattato gli ospiti aggredendoli fisicamente, intimidendoli, umiliandoli, offendendoli, tormentandoli e sottoponendoli a trattamenti degradanti», di maltrattamenti si legge anche nelle accuse contestate alle tre operatrici. Cittadini - più nello specifico - «in più occasioni li ha colpiti con calci, schiaffi e strattoni», Baffa e Canonico «li sgridavano e non prestavano loro le cure necessarie». In comune le tre donne indagate devono rispondere di «aver assistito alle condotte dei colleghi che a più riprese aggredivano fisicamente gli ospiti, li offendevano e, in genere, li sottoponevano a trattamenti degradanti, senza intervenire in alcun modo per interrompere tali azioni ed omettendo di denunciare i vari episodi». La Procura contesta a tutti gli indagati «l’aggravante di aver commesso le condotte approfittando delle circoistanze di tempo, di luogo e di persona, tali da ostacolare la pubblica o privata difesa; le condotte infatti venivano poste in essere all'interno di una struttura non facilmente accessibile al pubblico e ai danni di persone non in grado di poter opporre resistenza e denunciare». Gli indagati sono difesi dagli avvocati Giuseppe Berellini, Luca Gentili, Nicodemo Gentile e Antonio Cozza. La pubblica accusa è rappresentata dal pm Mario Formisano.
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