Catiuscia Marini ai pm: «Vi dico quali primari mi parlavano delle mogli e dei figli»

Catiuscia Marini la sera delle dimisssioni da governatrice
di Enzo Beretta
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Mercoledì 22 Marzo 2023, 08:55

Difesa tecnica, zero colpi di scena, interrogatorio piatto. Se però anziché in un’aula di tribunale ci fossimo trovati al cinema saremmo usciti dalla sala comunque soddisfatti a metà, perché, un paio di battute di colore appena prima dei titoli di coda avrebbero giustificato - giornalisticamente parlando, s’intende - il prezzo del biglietto e il tempo impiegato in un’auditorium dove non prende neanche il cellulare. Processo Concorsopoli: è il momento dell’esame dell’imputata Catiuscia Marini, accusata di associazione a delinquere finalizzata alla gestione illecita delle assunzioni nella sanità. Parla lei, che per quell’inchiesta si è dimessa. L’orologio segna le 16.15. Dopo quasi due ore di deposizione c’è un solo appunto cerchiato sulla Moleskine, buono per un quarto di titolo. Niente di che: «Sono stata sui giornali per quattro anni, si è parlato più di me che di Matteo Messina Denaro». Convinta lei, sbuffa un cronista dalle poltroncine dell’Aula magna del Capitini. La frase più speziata invece arriva mentre qualcuno tra gli avvocati ha già iniziato a riporre i fascicoli nella borsa. L’ex governatrice guarda in faccia i pm, ha già schiarito la voce e domanda in maniera provocatoria: «Volete l’elenco dei primari che chiedevano appuntamento e poi mi venivano a parlare dei figli, delle mogli e degli aiuti? Uh, se dovessi fare l’elenco dei primari che venivano a chiedere le cose… Funziona che uno prende appuntamento con la presidente della Regione anteponendo una scusa qualsiasi e poi gli parla di un concorso.

Semplice». Tutto finisce così, chissà se l’ex governatrice avrebbe cose interessanti da raccontare sul punto.

Per il resto la deposizione della Marini si è giocata quasi completamente sulla contestualizzazione degli sms e delle frasi captate negli uffici della presidenza di Palazzo Donini dal trojan informatico inoculato dalla Procura nel cellulare dell’ex direttore generale dell’ospedale Emilio Duca, che per l’accusa bastano e avanzano per provare la gestione truccata dei concorsi in sanità. Marini, scarpe di Gucci ai piedi e iPhone sul tavolino (cosa che non capita mai di vedere, ogni tanto controlla perfino i messaggi), si è preparata alla grande per l’appuntamento più importante. «Non ho mai chiesto a nessuno di ritirare o portare buste», ha scandito più volte. Neanche al suo ex consigliere politico Valentino Valentini.

«Motivi di astio con lui? Eh, bella domanda…». Nel 2018, caduto Renzi, Valentini - ha riferito lei - si avvicinò ancor di più a Nicola Zingaretti portando avanti un’«attività parallela»: «Con Valentini ci fu un confronto, anzi un vero e proprio scontro, gli dissi che doveva scegliere perché io non volevo che nessuno fosse coinvolto in dinamiche esterne, il mio input doveva essere autonomo». Si torna in aula il 3 aprile, la deposizione della Marini riprenderà con le domande della difesa.

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