Infrastrutture e piccole opere, il Pnrr umbro vale mezza finanziaria. Sul piatto 5 miliardi

Dal Brt di Perugia alla rigenerazione urbana di Terni, passando per Fcu ed E45,

Il progetto del Brt
di Fabio Nucci
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Mercoledì 27 Settembre 2023, 08:44

Grandi progetti e piccoli interventi, tutti con l’obiettivo di avere una regione, tra tre anni, meglio collegata, più digitale, più green e più accessibile. Il Pnrr umbro vale mezza manovra regionale: 4,8 miliardi di euro, 3,512 dei quali intercettati dall’Europa il resto cofinanziati anche da privati per 3.449 progetti da realizzare entro il 2026. «La sfida è la messa a terra e la loro realizzazione», ha ricordato all’Assemblea legislativa la governatrice Donatella Tesei, considerando i tempi stretti all’orizzonte.
A giudicare dalle risorse assegnate, 3,512 miliardi di euro, l’Umbria ha conseguito un risultato importante («Una cifra incredibile per l’Umbria») ma ora si apre il secondo step dell’attuazione. «Due fasi che si compenetrano, in quanto il Pnrr è dinamico nell’aggiudicazione, nelle variazioni e nell’attuazione», ha detto la presidente Tesei che ha parlato di «lavoro continuo». I fondi per il 42,4% riguardano la “missione 3 Infrastrutture” cui, stando all’aggiornamento fornito in risposta alle interrogazioni delle consigliere regionali Paola Fioroni e Simona Meloni, sono indirizzati 1.490 milioni di euro. «Su 3,51 miliardi intercettati – ha spiegato Tesei - abbiamo avuto anche il merito di farlo con 285 progetti che valgono, ognuno, oltre un milione di euro e che rappresentano la quasi totalità dell'ammontare del Pnrr Umbria». Considerando il cofinanziamento dei soggetti attuatori, enti pubblici e (poche) imprese, si stima che i progetti Pnrr possano attivare una massa finanziaria di 4,8 miliardi di euro, quasi metà finanziaria regionale. E proprio perché il 70% del Recovery destinato all’Umbria sarà gestito da grandi aziende statali (vedi Anas o Rfi) per opere infrastrutturali e viarie, si tratta di progetti per i quali i tempi dovrebbero essere rispettati. Il condizionale è d’obbligo, però. «La riflessione che oggi si sta facendo il Governo – ha spiegato la governatrice Tesei - è di capire se alcuni progetti siano compatibili o meno col termine di ultimazione. Tant’è vero che si parla di spiazzamento: ci potrebbe essere qualche opera non compatibile coi tempi che però può essere finanziata in altro modo».
Dei progetti finanziati, il 60% risulta avviato, l’11% vede la Regione quale soggetto attuatore (400 milioni di euro) mentre la maggior parte degli interventi, circa 2.800, sono gestiti dai Comuni. «Per noi sono ugualmente importanti – ha precisato la governatrice – investendo prevalentemente i Comuni per interventi su asili o scuole, piccole opere di rigenerazione urbana o di efficientamento energetico, abbattimento di barriere architettoniche». Progetti che interessano il 19% dello stanziamento complessivo ma che sono considerati preziosi per i singoli territori, andando a incidere sulla qualità della vita percepita. A parte il Brt di Perugia o la rigenerazione urbana di Terni, la maggior parte interventi presenta cifre comprese tra i 5 e i 10mila euro. Ma anche l’installazione della pompa di calore o dei pannelli solari in plessi scolastici di Monteleone di Orvieto e Gualdo Tadino, il rifacimento della recinzione nella scuola di una frazione di Perugia fino al rifacimento della fontanella in un parco pubblico, non sono considerati marginali nella quotidianità di piccoli e grandi centri. La presidente ha così confermato l’appoggio ai Comuni chiedendo di fare altrettanto al team messo a disposizione dal Governo. «La loro operatività va sostenuta in tutti i modi anche tramite accordi con Anci e benefattori privati che possano fornire appoggio per ingaggiare esperti adeguati».
Sullo sfondo, un mondo imprenditoriale coinvolto marginalmente nel Pnrr (per come è stato concepito nella sua genesi) ma un risultato l’Umbria l’ha ottenuto anche su tale versante.

Il riferimento, come si osserva da Palazzo Donini, riguarda i 300 milioni che – ottenuto il disco verde di Bruxelles - saranno assegnati al gruppo Arvedi per sostenere il piano di decarbonizzazione da 1 miliardo messo a punto dalle acciaierie di Terni.

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