«Al di là della disgrazia assurda è l’assurdità del contesto dell’evento che mi ha colpito - racconta Stefano Petrucci. Puoi immaginare un terremoto ma il crollo di un viadotto è inimmaginabile. Cadere da quell’altezza è stata una fine terribile. Purtroppo questo lavoro mi ha fatto vedere la morte in tutte le sue forme. Questa volta mi ha colpito la grande generosità dei genovesi, e non è una frase di circostanza». La squadra ternana al lavoro è stata circondata dall’affetto di chi è costretto a fare i conti con quella che è una ferita a morte nel cuore della città.
«Vicino alle macerie c’è un grande centro commerciale e chi lavora lì veniva in continuazione a portare cibo, caffè e frutta, ma anche le brandine e i gazebo. Ho avuto un’ottima impressione di gente che ha dimostrato di avere una grande cuore. In tanti ci hanno fermato per strada per ringraziarci, soprattutto quando hanno saputo che venivamo da lontano. In noi hanno visto la speranza, anche se purtroppo tanti di coloro che sono caduti da quell’altezza non hanno avuto scampo». Il capo reparto ternano sottolinea che «il bene che ha dimostrato la gente durante i funerali, con gli applausi ai nostri ragazzi ancora sporchi di polvere, è la medaglia più grande». I vigili del fuoco ternani hanno operato in zone assegnate e sono reduci da quattro giorni di fatica e disagio: «Si è lavorato h24 con i turni di riposo - racconta - l’assistenza e la logistica dedicate ai cani sono state inappuntabili ed era presente un veterinario che li ha seguiti passo dopo passo. L’evento è stato trattato alla stregua di un terremoto. Ben sapendo però che, una volta individuata l’ultima vittima e messa in sicurezza la popolazione, il resto si può fare con una certa calma ponderata. Per noi si è trattato di un accumulo di belle e brutte esperienze. Per i nostri cani l’ennesimo banco di prova, che conferma che sono stati formati e addestrati bene». Per i vigili del fuoco ternani che ieri sera sono rientrati da Genova il messaggio di gratitudine del sindaco, Leonardo Latini: «Siete un esempio per tutta la comunità».
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