Foligno, rubate corde e catena di sicurezza lungo il percorso trekking per il Fosso Cupo

Foligno, rubate corde e catena di sicurezza lungo il percorso trekking per il Fosso Cupo
di Giovanni Camirri
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Mercoledì 3 Novembre 2021, 11:32 - Ultimo aggiornamento: 4 Novembre, 13:49

FOLIGNO - Rubate corde e catena messe per consentire un attraversamento in sicurezza agli escursioni che vogliono raggiungere il fosso Cupo a Capodacqua, sulla montagna folignate. A scoprire la cattiva azione è stato Biagio Nalli uno dei cittadini più attenti a quella, ma non solo a quella, zona del territorio e da sempre uno dei “guardiani” innamorati della montagna. “Purtroppo – dice Nalli a Il Messaggero – esiste qualcuno che ha pensato bene di depredare catene e cordini che attrezzano un sentiero. La catena serviva a superare un passaggio, senza bagnarsi, quando il fosso portava molta acqua. Il cordino aiutava in un passaggio in salita su brecciolina. Il tutto costerà 5 euro. È una cosa assurda”. “Nelle scorse ore – prosegue Biagio Nalli – grazie anche al prezioso aiuto degli amici escursionisti Maurizio e Liliana – è stato tutto ripristinato e abbiamo proceduto anche alle verifiche sulla segnaletica. Un grande grazie va a Valentino Sdei, che dopo avere sapito ciò che è accaduto ha messo a disposizione una nuova catena e speciali, e di fatto inattaccabili, morsetti. Per far desistere chi si appropria di queste cose, che vengono posizionate a servizio della comunità, dei visitatori e dei turisti, sto verificando se possano essere piazzate fototrappole utilissime a cogliere in fallo eventuali altre visite tanto sgradite quante indesiderate”. Una situazione assurda, quella raccontata da Biagio Nalli, che spiega come per pochi euro si possa rischiare di mandare alle ortiche anni di cura del territorio anche attraverso la sottrazione di qualche elemento, come catena e corde, che sono ausili importanti per agevolare il passaggio delle persone in zone particolari della montagna così da renderle affrontabili da tutti.

I punti dove la corda era stata da tempo posizionata, così come la catena che dava vita ad una sorta di “ferratina” si trovano localizzati in passaggi non complessi. La presenza, però, di questi ausili ha avuto, e continuerà ad avere grazie all’ostinazione di volontari che amano da sempre la montagna, una funzione importante utile a dare ulteriore sicurezza ai viandanti. E davvero non si comprende cosa ci farà chi ha fatto sparire catena e corde fregiandosi stupidamente di un bottino da pochi euro. Potrebbe trattarsi di un dispetto? Di un atto compiuto da qualche perditempo che non aveva altro da fare per trascorrere qualche ora? Oppure si è in presenza di qualcuno che non tollera che chi sceglie il trekking come pratica di rapporto con la natura e le sue tante bellezze passi da quelle parti? Per ora solo ipotesi che, vale ricordarlo, non rendono meno grave quanto accaduto.

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