«Dovremmo pensare a modificare il nostro modo di vivere e di operare all'interno delle nostre città - aggiunge Piemontese - adottare uno stile di vita più semplice, con minori esigenze, più sobrio. Se non faremo questo molte sofferenze dovranno toccarci». Per il presule «questa è solo la prima fase. Le difficoltà più grandi arriveranno nella seconda fase e in quelle successive guardando le prospettive che sono davanti a noi, di difficoltà, di disoccupazione di impedimenti a relazionarsi e a muoverci come prima».
La macchina della solidarietà composta da quasi 400 volontari, 14 dipendenti e 33 operatori sociali, è stata una luce nel tunnel della pandemia. Con i volontari in grado di riorganizzare in fretta tutti quei servizi che, se fino a marzo erano essenziali, ora per tante famiglie diventano vitali. «Dalla mensa all'emporio, dalle docce per i senza tetto a casa Parrabbi al numero verde, abbiamo offerto servizi eccellenti - conferma Ideale Piantoni, direttore della Caritas. I dati delle nuove povertà sono ancora relativi. Dobbiamo aspettarci una crescita nel tempo di situazioni economicamente gravi». Ogni sera, dopo il controllo col termo scanner, la mensa San Valentino accoglie 50 persone, in gran parte ternane. Chi ha la febbre ritira la cena per consumarla a casa. Poi il pagamento di utenze e affitti, l'accoglienza di italiani e stranieri, l'ascolto dei detenuti, la risposta alle emergenze grazie a decine di donatori anonimi.
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