Economia regionale all'esame dei ricercatori Bankitalia: «Fase debole, l'Umbria tiene grazie al Pnrr»

Economia regionale all'esame dei ricercatori Bankitalia: «Fase debole, l'Umbria tiene grazie al Pnrr»
di Fabio Nucci
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Giovedì 16 Novembre 2023, 08:00

Esaurita la spinta degli incentivi fiscali, in Umbria comincia a farsi sentire il peso del Pnrr, grazie soprattutto ai progetti attivati dagli enti pubblici territoriali, coi Comuni i soggetti più attivi. La tenuta dell’economia regionale nel 2023 si deve anche a questo secondo l’aggiornamento congiunturale di Bankitalia. È uno spiraglio in quella che la direttrice della filiale di Perugia, Miriam Sartini, ha definito fase di progressivo indebolimento in atto da metà 2022. Nel primo semestre 2023, il Pil è cresciuto dell’1,3% in linea col dato italiano ma con un gap di oltre due punti rispetto all’anno precedente. Note positive da costruzioni, turismo, moda e meccanica, preoccupano scarse prospettive di investimento e consumi delle famiglie quasi fermi.
Il peggioramento è confermato dall’indicatore Regio-Coin, che fornisce una stima dell’evoluzione delle componenti di fondo dell'economia regionale e che nella fase più recente si è spinto in territorio negativo. Pesa un clima di fiducia in deficit nell’industria, con vendite in lieve aumento al 30 settembre, ma con la domanda in calo. Anche l’export, al netto dei metalli, fa segnare una crescita inusuale per l’Umbria: +2,8%. Sullo sfondo, previsioni di investimenti in calo del 10% complice anche la riduzione dei finanziamenti alle imprese. «Sugli equilibri di mercato ha inciso l’aumento dei tassi – hanno spiegato i ricercatori Daniele Marangoni e Paolo Guaitini – con prestiti in calo da febbraio. Ad agosto segnavano un -6,9% con una riduzione più marcata per la manifattura (-12,1%) e segnali negativi anche per l’edilizia (-2,2%». Ciononostante la qualità del credito è rimasta “buona” col tasso di deterioramento fermo all’1% e famiglie che, nonostante le difficoltà, mostrano una maggiore capacità di copertura. L’elevato costo del denaro ha ridotto tuttavia anche i prestiti domestici e le nuove erogazione di mutui, ad esempio, sono scese del 16,2%, aspetto che ha inciso anche sulle compravendite di case (-19,1%). Quanto ai risparmi, con depositi in calo del 3,1%, anche le famiglie hanno indirizzato le scelte verso investimenti in titoli.
Tra i settori, il turismo si conferma trainante per l’Umbria, decisivo per il terziario anche per una debole dinamica del commercio, condizionato dallo scarso potere d’acquisto delle famiglie. «Il fatturato del terziario è in aumento per la maggior parte delle aziende – hanno osservato i ricercatori Bankitalia – e il turismo ha registrato presenze ai massimi, con un +9,6% nei primi 9 mesi, un traffico record per l’aeroporto (+53,7%) e andamenti positivi in tutte le componenti». È proseguita la crescita dell’edilizia con il +6% di ore lavorate ma l’effetto “110” si sta esaurendo con il 25,5% in meno di interventi Superbonus. «Alla minore spinta derivante dalle misure di incentivo fiscale si è però accompagnata la crescita degli investimenti degli enti pubblici territoriali che hanno cominciato a beneficiare dei progetti finanziati dal Pnrr», ha sottolineato la direttrice Sartini. Al 10 ottobre risultano 1,8 miliardi di euro di risorse assegnate agli enti territoriali umbri, coi Comuni i più attivi, avendo avviato bandi per quasi 2/3 delle risorse.
Capitolo inflazione.

La riduzione dei costi energetici a settembre ha spinto il tasso regionale al 5,9% (a ottobre a Perugia è sceso al 2,5%) sopra il dato nazionale. La riduzione delle tariffe energetiche ha migliorato redditività e liquidità delle imprese (bene moda e meccanica nell’industria) che hanno approfittato anche della “modesta dinamica salariale”. Un sondaggio Bankitalia eseguito tra l’11 settembre e il 5 ottobre indica che nel 60% dei casi non sono previsti aumenti nelle retribuzioni e solo un 3% circa ne attende uno superiore al 4%. Sullo sfondo, un mercato del lavoro che migliora con più occupati tra i dipendenti (+5,4%), un saldo assunzioni-cessazioni positivo, un tasso di attività al 71% e di disoccupazione al 6,5%, sotto la media nazionale.

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