Dj Ralf: «La musica da ballo non è
al livello della Classica? Stasera al
Morlacchi per sfatare questo mito»

Dj Ralf: «La musica da ballo non è al livello della Classica? Stasera al Morlacchi per sfatare questo mito»
di Michele Bellucci
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Giovedì 3 Novembre 2022, 14:41

PERUGIA - Era un sold-out annunciato e non ha deluso le aspettative: questa sera il Teatro Morlacchi di Perugia sarà al completo per la prima esecuzione in Umbria del nuovo progetto di dj Ralf, che fonderà la sua musica a quella dell’Orchestra Rossini di Pesaro (inizio alle 21). Potenti orchestrazioni sinfoniche dialogheranno con drum machine, campionamenti ed effetti sonori creati in diretta con il mixer, dando vita a qualcosa di unico e profondamente affascinante. L’appuntamento è targato Moon in June.

Dj Ralf con quale emozione salirà sul palco?
Devo ammettere che ne ho avuti di appuntamenti impegnativi durante la mia carriera. Penso alla consolle del Ministry of Sound a Londra, ma anche al Pacha o all’Amnesia di Ibiza, tutte location leggendarie dove ho sempre lavorato con molta calma e tranquillità. Ammetto invece che per me il Morlacchi rappresenta una cattedrale colta, quindi mi dà tensione e salirò sul palco con un’emozione speciale.

Per questo progetto servono location particolari?
Direi decisamente di sì. In questi mesi abbiamo proposto lo spettacolo in altre bellissime location, ma tutte all’aperto. L’unica esibizione al chiuso è stata la presentazione del team VR46 di Valentino Rossi, ma era una data privata. Quindi vedo il concerto al Morlacchi come un vero debutto.

Crede che il teatro perugino si presti?
Sì, perché il concept nasce per i teatri e questo è il primo “vero teatro”. In un posto come il Morlacchi, che vanta un’acustica particolarmente bella, è possibile tenere i volumi giusti.

Può spiegarci meglio?
Utilizzeremo un impianto audio di qualità elevata, perché dovrà garantire una finezza di suono superiore vista la complessità dell’orchestra. Un dj set nei club ha bisogno magari di frequenze basse impattanti, qui invece i decibel vengono lavorati sull’alta fedeltà. La mia parte elettronica deve sentirsi bene, certo, ma anche integrarsi con tutti gli strumenti. Per questo abbiamo previsto un lavoro di equalizzazione che ci permette di dare la giusta dimensione sonora. I musicisti dell’orchestra saranno tutti microfonati e in consolle, insieme al fonico del teatro, ci sarà anche il mio ingegnere del suono Leonardo "Fresco" Beccafichi, che poi è anche l’assistente di Lorenzo Cherubini.

Dal suo punto di vista, tecnicamente è un tipo di esibizione particolare?
Certo, perché di solito sono io l’unico responsabile di quell’onda sonora che mando verso il pubblico.

Faccio musica da ballo moderna, quindi intrattengo facendo ballare, e di solito la faccio in purezza, senza commistioni. Questo a parte alcuni progetti come il quartetto con Gianluca Petrella, Leonardo Ramadori, Giovanni Guidi e Fresco che ho portato anche a Umbria Jazz.

In questo caso come si è strutturata la collaborazione?
Un bellissimo lavoro è stato fatto da Daniele Rossi, che in questo progetto veste il doppio ruolo di direttore dell’orchestra e arrangiatore. Posso affermare che ha fatto gli arrangiamenti esattamente come me li immaginavo, ha recepito perfettamente le mie idee. Dovevano essere minimali, per capirci penso a Philip Glass non a Giuseppe Verdi!

Avvicinare la classica alla dance le sembra una strada percorribile?
Questo è un progetto molto ambizioso, ma è proprio lì che vado a stuzzicare il pubblico. Diciamo che lo vedo come un punto interrogativo, preferisco essere questo piuttosto che un esclamativo. So da dove vengo e cosa ho costruito. Per questo cerco di non essere mai presuntuoso.

L’idea da dove è nata?
Sperimentazioni simili sono già state fatte da artisti come Jeff Mils, Pete Tong, Paul Kalkbrenner… ma io credo di essere il primo in Italia. E penso di aver fatto una cosa che ci voleva. Mi sono detto “perché non domandarsi se un certo tipo di struttura sonora, molto colta, può coniugarsi con cose concepite per il ballo?”. Del resto anche Bach e Mozart hanno composto per il ballo, per non parlare di Strauss con i suoi valzer. Questo concetto di considerare la musica da ballare come se fosse di serie B vorrei sfatarlo. Del resto anche la musica classica è fatta di parti alte e cose che lo sono decisamente meno…

Può anticiparci qualcosa sulla scaletta?
Posso dire che compongo al momento le varie tracce. Sono tutte composizioni mie, per lo più inediti. Penso che farò un paio di tributi, ma ci sto ancora riflettendo. Uno è quello a Giorgio Moroder con “I feel love” però… se voglio mantenere il pubblico seduto forse dovrò evitare!

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