Crollo delle palazzine Ater a Norcia,
tre a giudizio: "Costruite male"

L'immagine scattata il 31 ottobre 2016
di Ilaria Bosi
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Mercoledì 20 Febbraio 2019, 17:46
SPOLETO - Le case vennero realizzate quasi quarant’anni fa, ma il processo per l’allora direttore dei lavori, per il legale rappresentante della ditta e per il direttore dell’azienda territoriale per l’edilizia residenziale inizierà nei prossimi mesi. Il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Spoleto, Federica Fortunati, ha infatti accolto la richiesta della procura e ha rinviato a giudizio i presunti responsabili dei crolli registrati alla palazzina Ater di via dell’ospedale, a Norcia. L’udienza preliminare è stata celebrata martedì e l’inizio del processo, con rito collegiale, è fissato per maggio. Tre appartamenti del complesso residenziale, infatti, subirono crolli parziali nel terremoto del 30 ottobre e questo, secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini dalla procura, che si è avvalsa anche di un superconsulente, a causa dei lavori eseguiti in fase di costruzione, nel 1980. A Norcia, in quel periodo, ci si stava rialzando da un altro terremoto terribile, quello del 1979, e le palazzine, secondo quanto riferito dagli abitanti subito dopo le scosse di due anni e mezzo fa, erano state realizzate con criteri antisismici. Ma pur avendo resistito al terremoto del 24 agosto, le mura perimetrali di tre appartamenti a piano terra si sono sbriciolate la mattina del 30 ottobre. Sui crolli alle palazzine ater venne aperta subito un’indagine che portò, nell’ottobre del 2017, al sequestro probatorio dell’immobile. Nei confronti del costruttore, del direttore dei lavori e dell’allora direttore Ater, l’accusa (rappresentata in aula dal pm Elisa Iacone) è di disastro colposo: rischiano una pena che oscilla fra i 5 e i 15 anni. Secondo la contestazione, all’epoca le fodere della struttura non sarebbero state ancorate adeguatamente ai piani d’acciaio. A rappresentare le difese sono gli avvocati Filippo Teglia, Davide Zaganelli e Valentina Scuderoni. Ieri si sono costituite anche sette parti civili (assistite dagli avvocati Brandimarte e Ulivucci) che chiedono intanto un risarcimento di circa 50mila euro ciascuno. Si tratta di coloro che abitavano in quegli appartamenti: alcuni di loro, dopo le scosse del 24 agosto, dormivano in macchina, ma soltanto per la paura, visto che le case erano formalmente agibili. Altri, invece, sono stati messi in fuga dalla scossa più grossa, quella delle 7.30 di quella domenica di fine ottobre. Non si è invece costituita parte civile l'Ater, che compare invece come parte offesa. I crolli dell’Ater non sono gli unici per cui la procura ha individuato come presunti responsabili persone la cui condotta risale a decine di anni fa. In un altro fascicolo, infatti, sono stati iscritti i nomi di 11 persone per il crollo avvenuto all’ex sede del Coc, struttura realizzata a cavallo tra il 1999 e il 2000 e che nei giorni dell’emergenza ha ospitato il centro operativo comunale e accolto decine e decine di persone.  
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