Clandestini sfruttati con paghe da fame, 12 marocchini liberati dalla Finanza. Imprenditori stranieri accusati di caporalato ed evasione fiscale:ditta sequestrata

Clandestini sfruttati con paghe da fame, 12 marocchini liberati dalla Finanza. Imprenditori stranieri accusati di caporalato ed evasione fiscale:ditta sequestrata
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Martedì 8 Marzo 2022, 10:16 - Ultimo aggiornamento: 10:41

PERUGIA Nell’ambito del controllo economico del territorio volto al contrasto del lavoro sommerso e dello sfruttamento della manodopera, i militari della Tenenza della Guardia di Finanza di Gubbio, nei giorni scorsi, hanno effettuato un accesso presso i locali di una ditta individuale ubicata in una zona periferica di Fossato di Vico operante nel settore dell’assemblaggio di componenti elettrici, gestita da una coppia di coniugi di origini marocchine. Già dalle preliminari analisi, spiega una nota della Finanza, erano emersi evidenti elementi di criticità fiscale, considerato che il soggetto economico risultava essere evasore totale e formalmente privo di lavoratori dipendenti, nonostante un volume d’affari dichiarato di circa 140 mila euro annui. I successivi servizi di osservazione e di appostamento avevano, invece, rivelato la presenza di maestranze all’interno dei locali aziendali. Al momento dell’accesso, alle prime ore del giorno, i finanzieri hanno individuato, intenti a svolgere attività lavorativa, 12 persone che, alla vista dei militari, hanno tentato di darsi alla fuga.

Tutti raggiunti, sono risultati sprovvisti di documenti attestanti la loro identità e la regolare presenza sul territorio nazionale. Con l’ausilio di un interprete, gli stessi, originari del Marocco, hanno fornito elementi da cui sembrano emergere, allo stato, significativi indizi di una condizione di soggezione e di sfruttamento da parte dei datori di lavoro, i quali, a fronte di turni estenuanti (circa 13 ore al giorno), avrebbero corrisposto una paga giornaliera irrisoria (20/25 euro), approfittando del loro status di clandestinità. Nel corso delle operazioni, condotte anche con l’ausilio di un’unità cinofila del Gruppo di Perugia, è stato inoltre ispezionato un capannone di piccole dimensioni, adiacente all’opificio principale, adibito a dormitorio, ma del tutto inidoneo al fine a cui era preposto.

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