La Regione punta sul cicloturismo,
ma l'Umbria deve ancora "pedalare"

La Regione punta sul cicloturismo, ma l'Umbria deve ancora "pedalare"
di Ruggero Campi
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Mercoledì 17 Gennaio 2018, 19:49 - Ultimo aggiornamento: 20:14
Movimento lento. Non è una canzone e nemmeno un nuovo ballo, quanto invece una tipologia di turismo che si caratterizza non solo per la ‘lentezza’, ma anche per il rispetto dell’ambiente coniugato all’uso della bicicletta. L’Umbria sembra il posto ideale, almeno navigando sullo specifico sito della Regione ove con splendide fotografie vengono  proposti itinerari per bici e mountain bike, con l’indicazione dei km, del dislivello e delle tappe suggerite. Descrizione puntuale del territorio e, addirittura, abbinamento bici e treno.

Il tutto, si legge nel sito, per rendere l’Umbria un paradiso per i ciclisti a cui contribuisce “un territorio morfologicamente molto vario, centinaia di strade panoramiche e poco trafficate ideali per gli amanti della bici da corsa, un vasto reticolo di strade sterrate che si sommano a mulattiere o sentieri, vero paradisi per i bikers”. Nulla da dire sulla bellezza dell’Umbria, è la pura verità, forse però chi ha descritto le infrastrutture (strade e reticoli tra le stesse) è da tempo che non percorre (se mai lo ha fatto) ciò che propone quale paradiso per gli amanti del movimento lento. Sui bikers, poi, una banale puntualizzazione. Non è una critica e peggio se fine a sé stessa, troppo facile seduto dietro una scrivania, ma un invito ad attraversare i nostri territori in bicicletta con tanto di carta, penna e una macchina fotografica; magari in un percorso rigorosamente a tappe, usando anche il treno, soggiornando nei bike-hotels e, in caso di necessità, usufruendo delle miriadi officine per biciclette, gestite da giovani, sorte ai margini delle innumerevoli, lisce e pulite ciclovie. Sinceramente sembra di essere nella nota trasmissione televisiva “Scherzi a parte”, o di svegliarsi tutto sudato da un bellissimo sogno durante il quale hai assaporato di vivere, scusate, di pedalare in una regione perfetta. L’Umbria appunto.

Chi scrive parla a ragion veduta perché con pazienza, passione e allenamento gran parte di quelle strade e reticoli li ha percorsi in lungo e in largo e, vi assicuro, non è tutto “oro” come è stato rappresentato dall’autore nel sito. Le strade sono piene di buche, il traffico esiste e le ciclovie sono tenute male. Anzi, sono proprio in uno stato di abbandono che lascia presagire la loro scomparsa, con la vegetazione che sta prendendo il sopravvento, riappropriandosene inconsapevole dell’importanza del bene pubblico, dell’eccellenza come qualcuno ama dire. Basterebbe pulirle di tanto in tanto, potare le piante eliminando i rami pericolosi, tagliare l’erba che periodicamente ricresce. Se poi compare qualche buca che problema sarà mai riasfaltare perfettamente i tratti divenuti pericolosi. Tanto per citare una ciclovia, quella che da Assisi ti dovrebbe portare a Spoleto fino poi a Norcia tra qualche anno probabilmente non esisterà più, almeno come era in origine. Non perdiamo però l’entusiasmo e facciamo nostro il detto “la speranza è l’ultima a morire”; può darsi che copiando ciò che viene ben fatto in altri Stati ma anche in altre regioni, l’Umbria riuscirà a cogliere l’occasione del “movimento lento”, quello stimolato dall’Agenzia del Demanio con un bando aperto dal 4 dicembre 2017 al 16 aprile 2018 per la destinazione di beni pubblici ad alberghi, punti di ristoro, di informazione e di soccorso, officine per bici e tanto altro. Come dire che ce ne è per tutti, ACI compresa.

Ah, dimenticavo i “bikers” citati nel sito. Le cose sono due: o l’autore voleva intendere che le strade e i reticolati sono anche per i motociclisti, quelli tatuati protagonisti nei telefilm americani, oppure... che dalla penna non gli è uscito “cyclists”. Chissà. Io, comunque, lo attendo paziente con la mia fedele Pinarello, seduto sull’argine del torrente Maroggia intento a tagliare l’erba e a soccorrere turisti alla ricerca dei reticolati lisci come il velluto e di tutto quello che gli è stato inconsapevolmente promesso con la promozione in rete del nostro territorio.
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