TERNI Femminicidio: continuiamo a parlarne, purché anche le vittime di violenza parlino. L’ultimo caso, che riguarda la città da vicino, è stato quello di Zenepe Uruci, uccisa dal marito a coltellate, accaduto solo pochi giorni dopo l’omicidio sul Trasimeno di Francesca Giornelli. A intervenire, stavolta, sono dalla Provincia le consigliere Ivana Bouché e Vittorina Sbaraglini: «Eppure stiamo facendo molto per evitare tutto questo: codice rosso, allerta delle forze dell’ordine, processi più celeri, aiuti alle donne vittime di violenza, centri antiviolenza, messa in protezione, case protette, rete tra istituzioni e professionisti, in particolare farmacie, ospedali, medici di base e odontoiatri» spiegano. Ma è davvero sufficiente? La violenza sulle donne è un fenomeno profondamente radicato nella società, combatterlo è una lotta quotidiana, che richiede grande coraggio. Violenza e femminicidio sono un fatto culturale, nei confronti dei quali va fatta prevenzione e sensibilizzazione, secondo le portavoce della Provincia: «Non è ancora abbastanza. Dobbiamo sconfiggere gli stereotipi che noi tutti ancora ci portiamo dentro. Dobbiamo convincerci fino in fondo che la parità e la pari dignità sono diritti inviolabili».
Infine, ricordano, l’appello più importante è quello che va fatto alle donne di denunciare, sempre, il prima possibile. «Le donne devono prendere consapevolezza che solo affrontando la violenza e la discriminazione insieme alle altre donne e rivolgendosi alle istituzioni preposte possono trovare la forza e l’autostima per superare la spirale nella quale stanno cadendo ed evitare le peggiori conseguenze; rivolgiamoci quindi a chi lavora per questo tutti i giorni, alle forze dell’ordine, ai centri antiviolenza, alle consigliere di parità, alle istituzioni.
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