Brivio si dà al Circus: il manager “dei due mondi” salta dalla MotoGp alla F1

Brivio si dà al Circus: il manager “dei due mondi” salta dalla MotoGp alla F1
di Flavio Atzori
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Venerdì 8 Gennaio 2021, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 09:41

Il capitano alla fin mollò gli ormeggi e se ne andò. Davide Brivio lascia il suo posto da team manager in Suzuki per volare alla corte di Alpine, nella classe regina dell’automobilismo, la Formula 1. Non era mai accaduto prima che una figura del genere passasse dalle due alle quattro ruote: due mondi vicini certo, ma quantomai lontani nelle loro dinamiche interne. E invece le voci che circolavano da qualche giorno hanno trovato conferma: Luca De Meo ha scelto il manager che in appena otto anni - un battito d’ali in un progetto come la MotoGp - ha portato la casa di Hamamatsu a coronare il proprio sogno iridato con il giovane Joan Mir. Brivio ricoprirà il ruolo di Ceo, con Marcin Budkowski che diverrà team principal in un domino dove a farne le spese sarà Cyril Abiteboul, nell’occhio del ciclone negli ultimi anni per alcune sue “mancanze” politiche e gestionali, sia tecniche che umane.

MATERIALE UMANO 
Proprio in quest’ottica, la scelta di un prospetto come Brivio appare quantomai coerente. Il 57enne è sempre stato molto abile nel gestire il “materiale umano” di una squadra, sopratutto sotto la voce “fenomeno”, ed il team Alpine F1 - nuovo branding voluto proprio da De Meo in loco di Renault F1 - avrà tra le sue fila il due volte campione spagnolo - pardon asturiano - Fernando Alonso, tornato nell’olimpo dei Gran Premi dopo le sue esperienze a Le Mans, Indianapolis e alla Dakar. Dunque, un’accoppiata perfetta, considerando lo storico e il curriculum del manager italiano.  I tanti appassionati di MotoGp conoscono Brivio per la sua vittoria mondiale con Suzuki, ma ancor prima per gli anni vincenti in Yamaha, come team manager MotoGp di Valentino Rossi. In realtà, la storia con la Casa di Iwata è nata ancora prima, in World Superbike, quando Davide gestiva un funambolo istrionico come Noriyuki Haga.

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Già nel lontano 2000 si percepì la sua bravura nel gestire il caso di doping - un semplice diuretico - che destabilizzò il miglior Haga di sempre in sella alla Yamaha R7. Un mondiale vinto da Edwards certo, ma sopratutto a causa dei punti persi per quella squalifica. Le doti però erano palesi, con la promozione al team MotoGp. Le prime stagioni complicate, sopratutto con l’approdo dei motori 4 tempi. Poi, quella lunga trattativa - anche segreta, nascosta nelle notti del paddock - che portò Valentino Rossi ai Tre Diapason. Fu l’inizio di una lunga e vincente storia d’amore con vittorie e titoli conquistati sia con Rossi che con Lorenzo. Proprio con il Dottore il rapporto proseguì quando Valentino decise di passare alla Ducati. Davide si legò alla VR-46 nel 2010 come consulente. Le sirene del box però, non tardarono a farsi sentire. Accettò lo sfida Suzuki. Un cammino differente: nessun campione da gestire, ma giovani fenomeni da allevare con dei budget “ottimizzati”. Negli anni con Hamamatsu sono passati piloti come Aleix Espargaro, Maverick Vinales, Andrea Iannone, Alex Rins, e quel giovane Joan Mir portato alla vittoria nel 2020.

Un cammino, l’ennesimo, vincente, con un unico grande denominatore: la pacatezza, la gentilezza e la fermezza nei modi di questo manager. Doti conosciute già da De Meo, fin dai tempi in cui Fiat (dove proprio De Meo ricopriva il ruolo di marketing officier) sponsor sulle carene delle Yamaha M1. 

IL NUOVO ORIZZONTE 
Serviva una personalità del genere per far tornare ai vertici una realtà di ritorno come Renault, o meglio, come Alpine. «Mi si è presentata all’improvviso una nuova sfida e un’opportunità professionale e alla fine ho deciso di prenderla» ha raccontato Brivio una volta ufficializzata la fine del suo rapporto con Suzuki. Un rapporto che, comunque, ha segnato il ritorno sul trono della casa di Hamamatsu a vent’anni dal suo ultimo titolo: «Il raggiungimento di un titolo MotoGp è qualcosa che rimarrà nei libri di storia della Suzuki e avrà sempre un posto speciale nei miei ricordi».
 

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