«INCOMPETENTI!»
I Gunners sono in regressione, eppure pochi sembrano preoccuparsi: perché la difficoltà non concede strappi, è costante nel tempo e, soprattutto, stende un velo di normalità e di ineluttabilità sull'orizzonte. L'Arsenal è sempre in (lieve) crisi e, quindi, non è mai in (seria) crisi: ecco il sillogismo che fiacca il presente e il futuro del club. A boicottare il quadro, poi, si dedica con profitto la figura che, almeno nelle teorie, dovrebbe salvare la nave: ovvero Wenger. Fra una litigata con Mourinho e un infortunio, il tecnico si presenta alla stampa per criticare i propri giocatori senza troppo usare la diplomazia. «Contro i Red Devils abbiamo dominato per l'80% del tempo ma difensivamente siamo stati un po' naive, ingenui», ha arricciato il naso, ad esempio, l'altro pomeriggio. E, non bastasse, pare che in via privata il francese abbia dato dell'«incompetente» a mezza squadra dopo la rimonta subìta il 4 novembre all'Emirates contro l'Anderlecht in Champions: dal 3-0 al 3-3 in 29', una follia. Da allora, fra l'altro, i londinesi hanno inciampato ovunque inanellando una sequenza di due sconfitte, culminata nella giornata «naif» di sabato. Per restituire però un'immagine più chiara, diremo che durante la stagione attuale l'Arsenal ha raccolto otto vittorie, sette pareggi e quattro sconfitte, firmando 33 gol e incassandone 22. Ha conquistato la Fa Cup lo scorso 17 maggio contro l'Hull, il Community Shield ad agosto contro il City ma, per asimmetria, è già uscito dalla coppa di Lega, perdendo (ancora in casa) contro il Southampton a settembre.
OTTAVI IN VISTA
Nell'aprile del 2011 Wenger estraeva una frase piuttosto indicativa dal cilindro della propria presunzione: «Mi si deve ancora dimostrare che il mio modo di allenare è sbagliato», sosteneva. Qui il nodo si stringe all'attualità: del resto l'Arsenal gioca notoriamente un calcio bello, pulito, elegante, perfino arabescato ma spesso cade nei più sciocchi peccati di inefficacia e vanità. Comincia le partite da re e le chiude da suddito. Non sarà un caso, d'altronde, che abbia vinto soltanto 17 delle 63 gare disputate contro il Manchester Utd, il City e il Chelsea negli ultimi dieci anni. Il talento della rosa è però nobile. Se non altro, Wenger conosce il passo del camminare europeo: e, dopodomani, potrebbe tornare buono anche solo un pareggio interno contro il Borussia Dortmund per accreditarsi agli ottavi della Champions. Quanto alla prossima stagione, il panorama rischia di ribaltarsi: e proprio Klopp o Henry potrebbe soffiare la panchina a Wenger, screditando il recente rinnovo fino al 2017. La febbre è a 90°.