Casa Olimpico, qui si fa la Champions:
c'è Roma-Udinese per il controsorpasso

Casa Olimpico, qui si fa la Champions: c'è Roma-Udinese per il controsorpasso
di Alessandro Angeloni
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Domenica 17 Maggio 2015, 06:26 - Ultimo aggiornamento: 16:56

Tre partite all'Olimpico per dire Champions. E non si sa se sia un vantaggio o meno. 1) In casa la Roma ultimamente non è un granché: ha vinto il sabato di Pasqua contro il Napoli (e non otteneva tre punti da fine novembre), poi ha battuto il Genoa e pareggiato amaramente contro l'Atalanta. 2) una di quelle tre partite è il derby, che da calendario si gioca fuori casa, ma il campo è quello, e in teoria dovrebbe essere un amico. Si comincia stasera, arriva l'Udinese, poi, appunto, la Lazio, e infine il Palermo. Sempre sul palcoscenico dell'Olimpico. Un girone fa si era ancora aggrappati allo scudetto, ma oggi Rudi Garcia - lo stesso che ha creduto di poter competere per il titolo - ammette «la Juve è superiore a tutto: non c'è un gap di personalità ma di esperienza, economico e sportivo». Chiaro, no?

«SIAM PRONTI ALLA MORTE»
Forse è stato difficile accorgersene in estate e durante il ritiro in Austria, oggi è evidente a tutti. La Roma adesso deve parare il colpo e arrivare secondi significa, appunto, pararlo, mettere una bella toppa su una stagione fatta di alti (pochi e iniziali) e bassi (molti, specie da gennaio). «Se vinciamo le prossime due partite siamo secondi. La squadra deve essere pronta a morire in campo». Oggi e la prossima, cioè il derby, con data da destinarsi. «C'è un regolamento e va rispettato. Detto questo: conta battere la Lazio, qualsiasi giorno ci facciano scendere in campo». Per la serie: giochiamo quando ve pare.

NAINGGOLAN E I RITIRI
Pensare che la Roma arrivi fresca a questo trittico finale è come pensare che d'estate faccia freddo. Però il ritiro, magari, a qualcosa è servito. Anche qui, Garcia fa un doppio salto mortale, invertendo il suo primo pensiero. Cioè che le clausure sono inutili. Ma oggi viene inventato il ritiro intelligente. «Il ritiro punitivo non serve a niente, mentre uno intelligente sì perché serve a preparare bene la gara. Il ritiro per me mette tanta pressione, e a volte ci sono squadre che ne hanno bisogno, altre no. Qui non cìè la Primavera, ma una squadra di professionisti». Frecciata alla società, madre del ritiro light? Nei ritiri, forse, si parla meno di mercato e Garcia ha bisogno di giocatori con testa sgombra. Nainggolan è uno che in campo dà tutto, ma in questa fase della stagione, qualche pensierino sul futuro lo farà. La Roma, al di là della questione da risolvere con il Cagliari, offre al giocatore meno di un milione rispetto alle sue richieste: siamo a 4 netti di domanda e 2,8 più premi di offerta. La Juve è interessata a lui, ma lui non troppo alla Juve, dove i giocatori vengono in quadrati in maniera militaresca («soldatini», disse Cassano) e Radja in certi ambienti si trova poco. Meglio la Premier, dove il calcio è più blu e i calciatori più liberi, al di là dei soldi che si andrebbero a guadagnare.

GERRARD E TOTTI
I dubbi dell'allenatore, per stasera, sono un paio: Astori-Yanga-Mbiwa, Ibarbo-Ljajic. Sembra scontato il ritorno di Totti, al quale Garcia dedica un pensiero gentile. «Totti è un capitano emblematico come Steven Gerrard. Chapeau a Gerrard che finisce la sua avventura di diciassette anni con il Liverpool. Noi però abbiamo la fortuna di avere il nostro capitano». E Totti, che ieri pomeriggio è stato impegnato - in permesso dal ritiro light - nella Comunione dei figli Chanel e Cristian da Checco dello Scapicollo, dedica un suo dolce pensiero a Steven: «È tra i migliori di sempre, i tifosi del Liverpool dovranno essere orgogliosi di averlo avuto come capitano. E' una leggenda».