Yeman Crippa dopo 30 anni cancella il record dei 5mila a Totò Antibo. «E scenderò sotto i 13'»

Yeman Crippa dopo 30 anni cancella il record dei 5mila a Totò Antibo. «E scenderò sotto i 13'»
di ​Vanni Zagnoli
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Martedì 8 Settembre 2020, 23:09 - Ultimo aggiornamento: 23:17
E’ una serata storica per l’atletica italiana, a Ostrava, Repubblica Ceca, cade il record dei 5.000 metri, dopo 30 anni. 

Yeman Crippa lo inseguiva da inizio stagione, stampa 13’02”26, migliora decisamente il 13’05”59 del 18 luglio ’90, di Totò Antibo, il siciliano argento olimpico nei 10mila, a Seul ’88. Originario dell’Etiopia, venne adottato dalla famiglia Crippa, lombarda, assieme agli 8 fratelli.
Yeman lo ottiene a 23 anni, gareggia per le Fiamme Oro e nel meeting Golden Spike è terzo, dietro l'ugandese Jacob Kiplimo (12’48”63, il primatista mondiale è un altro ugandese, Cheptegei) e all'etiope Selemon Barega (12’49”08). Gareggia con coraggio, dietro i migliori, diventando il doppiettista dei primati nazionali: un anno fa a Doha, ai mondiali, aveva stabilito il primato dei 10mila, chiudendo ottavo.
Gioisce assieme al tecnico Massimo Pegoretti, Crippa segue il proprio ritmo, non perde mai la spinta, ai 3200 metri i primi due lo seminano, resta solo, contro il cronometro. Yeman brilla con le sue treccine dorate, arriva fra i migliori dieci d’Europa, avvicinando il campione europeo Jakob Ingebrigtsen e progredendo di oltre 5” rispetto ai propri limiti.

“Da tre anni ci provavo - racconta -. Spero che un mito come Totò Antibo non ce l’abbia con me, gli ho tolto un altro record, ma so che faceva il tifo per me. Era l’obiettivo della mia stagione, averlo ottenuto significa che sono sulla strada giusta, nonostante le difficoltà negli allenamenti. Bisogna crederci, avere coraggio, spero abbiano questo coraggio i giovani che mi hanno seguito in streaming”.

Crippa è stato aiutato dal ritmo di Kiplimo. “Negli ultimi due giri e mezzo ero stremato, ma dai primi passaggi avevo capito di essere in linea con il record italiano, i 61” dell’ultimo giro sono di rilievo. Ho chiuso gli occhi e sparato il più possibile”.

E’ mancato solo di scendere sotto i 13”. “Ci riproverò, per questo. Il mondo corre forte, resta lontano. Non mi accontento, c’è tanto da limare, sabato sera avevo tentato il miglio, a vuoto”. 

La sua storia somiglia a quella di Siffan Hassan, l’olandese di origine etiope, la guerra civile li ha portati lontani dal loro paese. Dal nordest dell’Etiopia è passata al nord d’Italia, dall’orfanotrofio di Addis Abeba venne adottato da Roberto e Luisa Crippa, che si stabilirono in Trentino, a Montagne, di Tione. Yemaneberhan è il nome completo, in amarico significa “il braccio destro di Dio”.

Giocò a calcio, come tanti, si avviò alla corsa nella Valchiese dal compianto tecnico Marco Borsari. Ha dovuto reagire alla perdita dell’allenatore, come Alessia Trost, che nell’alto si rivelò con Gianfranco Chessa. 

Yeman è stato seguito da Massimo Pegoretti, ex mezzofondista delle Fiamme Azzurre. E' polivalente, gareggia in montagna e nelle campestri, non si risparmia. Nel 2017 levò il primato italiano indoor a un mito, Venanzio Ortis, friulano, con 13’23”99 a Birmingham si aggiudicò l’oro continentale. Sempre tre anni fa fu oro europeo under 23, il top fu il bronzo continentale sui 10mila, agli Europei di Berlino, poi il bronzo agli Eurocross di Lisbona 2019.
L’anno scorso il successo in coppa Europa, sulla distanza lunga.

Da Altofonte, Palermo, gli fa i complimenti Antibo: “Lo tifo da anni, di cuore - racconta -. Di recente ero rimasto male per un tentativo andato a vuoto”. Totò combatte sempre la sua epilessia: “Non posso più guidare, per 13 anni la federazione di atletica mi aveva abbandonato, fu l’allora presidente Franco Arese a telefonarmi, dicendomi che il Coni mi avrebbe aiutato sul piano economico. Vorrei un campo di atletica, ad Altofonte, per allenare, per restituire quanto ho avuto da Gaspare Polizzi, il mio secondo padre. Cerchiamo anche qui altri Yeman Crippa”.

L'impresa rappresenta anche un ricambio generazionale. I record più datati restano di Pietro Mennea sui 200 ('79, ma impossibile per gli italiani), di Marcello Fiasconaro sugli 800 ('73), entrambi furono primati italiani. E poi Gennaro Di Napoli sui 1500 metri, del '90. Ecco, Crippa potrebbe puntare anche la distanza più breve, se volesse. E anche da Rovereto, dal palio della Quercia, gli fanno i complimenti, in particolare Fausto Desalu, altro italiano di colore. "Pensiamo a Bob Marley - dice il velocista di Cremona, all'ultima gara stagionale -, diceva che l'alba è meticcia".

Prende il volo anche Claudio Stecchi nell’asta, con 5,82, a Chiari (Brescia), in piazza, su pedana regolarmente omologata, e adesso il fiorentino è sempre di più il secondo italiano di sempre, a soli otto centimetri dal record nazionale del suo allenatore e campione del mondo di Parigi 2003 Giuseppe Gibilisco. Ottavo ai mondiali di Doha, quarto agli Euroindoor di Glasgow, risorge dopo una stagione estiva che non era ancora decollata (5,60 a Montecarlo), sale due centimetri in più di quanto fatto nell’inverno 2019 (5,80). A livello mondiale è una prestazione che vale il settimo posto nelle liste 2020 all’aperto e il quarto d’Europa.
 
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