Il romano Michael Magnesi campione del mondo superpiuma Ibo, ko Kinigamazi

foto GIONTI
di Vanni Zagnoli
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Sabato 28 Novembre 2020, 00:09 - Ultimo aggiornamento: 10:34

Roma si addormenta con un campione del mondo di pugilato. E’ Michael Magnesi, 26 anni, manda al tappeto al quinto round Patrick Kinigamazi, del Ruanda, residente in Svizzera, 32enne appena alla terza sconfitta in carriera, era imbattuto da 8 anni.

E’ il mondiale superpiuma della Ibo, la quinta sigla del circuito, riconosciuta di recente dalla federazione pugilistica italiana. Wbc, Wba, Wbo e anche Ibf hanno una tradizione decisamente superiore e anche per questo alla fine Magnesi dirà che questa è una cintura di passaggio, che si augura di trionfare anche nelle altre categorie.

A Fondi (Latina), già i primi due round sono per Magnesi. Originario di Palestria, abita a Cave. Schiena tatuatissima, ha pantaloncini unici, con curioso pelo invernale ai lati.

Nel terzo spedisce il campione in carica al tappeto, già lì il vantaggio è probabilmente di 4 lunghezze. “Stai attento”, gli urla la moglie Alessandra Branco, dall’angolo, è la figlia di Silvio, uno dei miti, fra le corde, e la nipote di Gianluca, capostipite di questa grande famiglia di pugili.

Patrick Kinigamazi resiste, la quarta ripresa è più equilibrata. Nell’arco dei 12 round, si pensa che l’africano uscirà alla distanza, Magnesi per questo era partito con circospezione, rifiatava, ma nella quinta azzecca un altro gancio destro. Il ruandese si rialza a fatica, vorrebbe continuare, l’arbitro glielo impedisce: poteva offrirgli magari una terza chance, difficilmente peraltro avrebbe retto a lungo.

Magnesi era già stato campione italiano, campione del Mediterraneo Ibf, campione intercontinentale Ibo e campione internazionale Wbc silver. La chance mondiale gli è arrivata presto, grazie alla Bbt, organizzatrice assieme alla A&B Events, della moglie Alessandra Branco.

“Che sensazioni sto a provà? - risponde in romanesco il piccolo campione, dai baffi accennati -.

E’ una grande emozione, un sogno, l’avevo da bambino e l’ho realizzato. Avevamo preparato il match esattamente così, con quel gancio destro, da inizio allenamenti. Il maestro Mario Massai ha visto che avrebbe potuto soffrirlo, studia lui i miei avversari”.

L’ultimo italiano iridato era un altro romano, Giovanni De Carolis, nel 2016, e presto tornerà a combattere, a 36 anni. E’ lì accanto, nel commento per Sportitalia e Gazzetta.it, lo abbraccia, quasi commosso. 

Magnesi spiega la strategia anche di attesa. “Dopo l’ultimo match abbiamo constatato che le mie partenze a spron battuto non sempre sono positive, mi erano arrivati due colpi importanti, che avevano fatto preoccupare tutti. Perciò abbiamo studiato le prime riprese e poi creato la marcia giusta”.

L’ultimo campionato del mondo di pugilato organizzato nel Lazio era stato nel maggio 2009, quando Giacobbe Fragomeni conservò la cintura iridata dei massimi leggeri pareggiando a Roma contro il polacco Wlodarczyk. Due anni più tardi, il 35enne sardo Sarritzu perse a Cagliari dal sudafricano Mthalane, nel mondiale dei mosca Ibf, dunque da 9 anni in Italia non si combatteva più per un titolo iridato di pugilato.

“Io punto a volare alto”, si compiace Magnesi.

“Mi aspettavo il successo - conclude l’organizzatore, Davide Buccioni -, perchè è un predestinato. Ha determinazione, una forza mentale unica, esattamente come Giovanni De Carolis. Magnesi è una roccia”.

Il neo iridato ringrazia la moglie Alessandra, il suocero Silvio Branco e anche un altro Branco, il mental coach Emiliano. 

Unica nota stonata, non tutti avevano le mascherine, sul ring. Idem nelle interviste, magari si poteva esentare giusto i pugili e i tecnici.

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