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«Non so perché sia uscita fuori questa storia e sono dispiaciuto che Matteo abbia fatto il mio nome - spiega Aspromonte -. Per me è stata una normale trasferta intercontinentale, come le 4-5 che faccio ogni anno. Nelle prime 24-48 ore successive al viaggio ero un po' stordito e ho dormito più del solito visto il fuso orario, ma niente di più». Il 33enne fiorettista delle Fiamme Gialle, oro con la squadra azzurra ai Giochi di Londra 2012, ricorda così la sua esperienza a Wuhan: «Ho trascorso undici giorni nel villaggio degli atleti, ho frequentato la mensa, la sala giochi, anche il parrucchiere. A livello organizzativo e sotto l'aspetto igienico-sanitario era tutto perfetto, super controllato. C'era massima sicurezza. Non ho notato nessun atleta moribondo...». Nemmeno all'interno della sua delegazione. «Nessuno di loro ha avuto febbre alta, tosse o altri sintomi. E nemmeno i familiari» precisa Aspromonte.
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