Rai, la carica degli esterni. È polemica sulle nomine, oggi il Cda

Rai, la carica degli esterni. È polemica sulle nomine, oggi il Cda
di Marco Castoro
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Giovedì 18 Febbraio 2016, 08:54 - Ultimo aggiornamento: 17:56

ROMA - Tutto si può dire di Campo dall'Orto meno che non ci metta la faccia. Ha preso carico del mandato e va avanti per la sua strada. Non si fida di nessuno in Rai e nella sua squadra vuole solo fedelissimi. È stato così anche per i nuovi direttori delle reti generaliste, arrivati puntuali come aveva promesso. «Scelte basate su competenza, esperienza e merito. Autonome dai partiti», così il dg ha motivato le nomine che oggi il Cda ratifica.
Donne e giovani che fanno un bel balzo in avanti, rispetto alle abitudini di Viale Mazzini. Ilaria Dellatana e Daria Bignardi, rispettivamente a Rai2 e Rai3. Mentre la rete ammiraglia passa a un quarantenne rampante come Andrea Fabiano, attuale vice-direttore, nonché esperto di marketing e palinsesti: il più giovane direttore di sempre a Rai1. Tutto sommato una vittoria anche per Giancarlo Leone, il direttore uscente, che con l'incarico al suo vice vede premiata la continuità del mandato.

DONNE
Leone prende il posto di Antonio Marano al coordinamento dell'offerta editoriale delle reti Rai, mentre Marano torna a Milano con l'incarico di presidente di Rai Pubblicità. L'attuale direttore di Rai2, Angelo Teodoli, trasloca a Rai4, con il compito di rilanciare una rete che nemmeno la presenza sul tasto 104 del bouquet Sky ha fatto decollare.
Campo Dall'Orto probabilmente puntava al tris di donne, perché fino agli ultimi giorni ha provato a convincere Eleonora Andreatta a lasciare RaiFiction per prendere le redini della rete ammiraglia. Ma la diretta interessata si è barricata. E allora è scattato il piano b. Diverso il discorso per Dallatana e Bignardi.

L'OBIETTIVO
La prima è stato un obiettivo della prima ora. Una delle fondatrici della società di produzione Magnolia, braccio destro per anni di Giorgio Gori, consulente Mediaset, grande esperta di format internazionali, quindi preziosissima per i mercati esteri. Eredita una rete rilanciata da Teodoli che può portare a ottimi livelli.
La Bignardi è la nomina che invece ha lasciato tutti di stucco. Che fosse renziana si sapeva (pure l'antagonista Andrea Salerno lo è), così come è ben nota l'amicizia con il premier e con il dg Campo Dall'Orto (fin dai tempi di La7). Tuttavia la sua scelta alla direzione di Raitre si presta a diverse interpretazioni.
Anche nel preconsiglio di ieri più di un consigliere ha espresso perplessità. La Bignardi è reduce da un anno sabbatico che è arrivato in seguito alla più brutta stagione del suo format “Le invasioni barbariche”, i cui ascolti in prima serata su La7 sono stati alquanto deludenti, al punto da non meritare la conferma.

TROPPI ESTERNI
Cambia anche il direttore di RaiSport. Con la nomina di un giornalista-scrittore come Gabriele Romagnoli in pratica Verdelli annuncia una rivoluzione. «Romagnoli è un ottimo scrittore prestato allo sport – spiega il consigliere Mazzuca – ma mi sembra una mossa un po' azzardata. Non è facile immaginare Brera e Arpino alla guida di una redazione sportiva. Qualche dubbio mi resta».

LE REAZIONI
Altri tre direttori esterni che hanno scatenato al reazione del sindacato Usigrai: «Il dg ritiene che tra gli 11 mila dipendenti Rai non ci siano professionisti in grado di assumere ruoli di rilievo. Nei fatti una sonora sfiducia e delegittimazione di tutti i dipendenti della Rai. Se fossero veri i nomi anticipati dalle agenzie che domani saranno proposti dal Dg al Consiglio di Amministrazione, saremmo di fronte a un fatto grave».
La replica di Campo Dall'Orto non si è fatta attendere: «Queste nomine sono basate sul fondamentale principio del pluralismo culturale. Alcune persone sono state spostate perché fanno bene il loro mestiere e possono interpretare al meglio la missione dei vari pezzi del servizio pubblico e assicurargli un importante futuro».