Il ricordo di Mia Martini rivive all'OFF OFF Theatre di Roma

Mimì in arte Mia Martini_ Ph. Giovanna Onofri
di Gustavo Marco Cipolla
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Mercoledì 7 Novembre 2018, 10:56 - Ultimo aggiornamento: 14:24

Due angeli. La spiaggia di Bagnara Calabra e il rumore silenzioso del mare. Una litania in dialetto e, in scena, ritorna il mito Mia Martini. Da ieri sera fino al 25 novembre prossimo all'OFF OFF Theatre di via Giulia in Roma lo spettacolo “Mimì. In arte Mia Martini” fa rivivere il ricordo di una delle voci più belle e intense della musica italiana grazie all'interpretazione di Melania Giglio sul palco con Mamo Adonà (Primo Angelo) e Sebastian Gimelli Morosini (Secondo Agelo) per la regia di Daniele Salvo in una produzione Cardellino.
 

 


L'esperimento riuscito è quello di riportare in vita la cantante che si ritrova nei ricordi del suo paese d'origine in Calabria. Tra i tetti che evocano alla memoria sua nonna, quella famiglia matriarcale con una madre bellissima e troppo giovane per prendersi cura delle figlie, ma artefice del suo successo, e il rapporto con quel “Padre davvero” riscoperto solo negli ultimi anni della sua vita. Sul palco Mia si interroga sull'amore eterno tra due esseri umani al quale ha rinunciato da tempo dopo la sua relazione con il cantautore Ivano Fossati. Lui che le diceva di essere «una voce con una testa vuota» mentre lei era innamorata dell'uomo e dei suoi testi e, probabilmente, avrebbe desiderato un figlio dall'artista. Mimì nevrotica, anima fragile, assetata di calore famigliare e sentimenti. Mimì vuota e distrutta dopo l'operazione alle corde vocali e sempre controcorrente anche con il ritorno al Festival di Sanremo con la voce ormai graffiata che non ha più la timbrica pulita di “Minuetto” e “Piccolo Uomo”. Spirito ed emozioni di una donna, prima dell'artista, che ha provato a rielaborare la sofferenza in musica regalandoci piccoli-grandi capolavori come “E non finisce mica il cielo”, “La Nevicata del '56” e “Almeno tu nell'universo” che l'hanno resa immortale. "Mimì. In arte Mia Martini" non è solo uno spettacolo commemorativo. Il testo di fine tessitura indaga, con intervalli in musica e momenti comici dove Giglio diventa la voce delle canzoni di Mia Martini, sulla carriera e sulla maldicenza. Quella che, chiamata volgarmente sfortuna, l'ha costretta ad allontanarsi dal panorama musicale italiano per mordere di nuovo la vita dopo alcuni anni. C'è un breve ma toccante ricordo della giovinezza, quando con Renato Zero e Loredana Bertè, i suoi “veri amici", si divertiva a fare l'autostop e viveva con niente prima di conoscere la popolarità e la macchina delle case discografiche. E gli angeli sul palcoscenico off capitolino sono un po' la coscienza, tra androginia e note acute da soprano, di una vita passata a combattere contro i mostri interiori che non l'hanno abbandonata fino all'ultimo giorno. «Mi sono preparata al personaggio partendo avvantaggiata perché ascolto Mimì da quando ero piccola, ho sempre avuto l'esigenza di ascoltarla. Ho letto tutte le biografie autorizzate, perché dietro al personaggio c'è anche molto gossip, e ho parlato con i membri del suo fan club. - spiega nel backstage Melania Giglio - Ho lavorato tantissimo sul rapporto tra la voce e il corpo negli ultimi dieci anni, sul suono e sulla capacità di rendere fluido e organico tutto quello che faccio, anche negli altri ruoli che ho interpretato e a prescindere dallo spettacolo omaggio a Mimì. A fine gennaio porterò di nuovo in giro “Édith Piaf” che ha avuto successo nella scorsa stagione. Saremo prima alla “Cometa” per due settimane, poi a Torino, Milano e in Sicilia. Spero che anche Mimì abbia la stessa fortuna. Mi piacerebbe scrivere un testo su Rita Levi Montalcini perché è una donna che mi ha ispirato, quest'estate ne ho scritto uno al "Globe" su Elisabetta I e, anche se non aveva nulla di musicale, mi piace l'idea di confrontarmi con figure femminili la cui personalità non è stata segata e uccisa». In sala, per quello che poi è uno show musicale che analizza lo struggente e melanconico rapporto di ogni essere umano con l'amore, sono infiniti gli applausi del pubblico dove si riconoscono, tra gli altri, il direttore del teatro Silvano Spada, il regista Giovanni Franci, Eva Grimaldi e Imma Battaglia, l'attrice Ida Di Benedetto con Andrea Cardella Ripa di Meana, la cantante Silvia Salemi, Valentina Ruggeri e Teresa Federico del trio swing Ladyvette.

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