Fabio Cherstich: «L'opera contemporanea preziosa e “marziana” come Flaiano»

Ennio Flaiano in un'illustrazione di Gianluigi Toccafondo per l'opera "Un romano a Marte"
di Simona Antonucci
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Venerdì 15 Novembre 2019, 15:40

La “resurrezione”, dopo il fallimento: «L’opera ha inizio proprio da un insuccesso clamoroso. Dalla chiusura del sipario accompagnata da fischi e contestazioni sulla commedia di Flaiano in scena al Teatro Lirico milanese “Un marziano a Roma”. E termina con l’autore in volo su Roma, alleggerito da una sua privata malinconia e dal conformismo letterario che ha cercato di ridurlo a un inventore di arguzie».

Fabio Cherstich presenta la sua regia dell’opera contemporanea “Un romano a Marte”, con le musiche di Vittorio Montalti, compositore che con questo lavoro si è aggiudicato il premio del Teatro dell’Opera di Roma, su libretto di Giuliano Compagno. Prima rappresentazione assoluta venerdì 22, al teatro Nazionale (anteprima giovani il 21, repliche fino a domenica 24), con John Axelrod sul podio, i cantanti di Fabbrica (il progetto per nuovi talenti del Costanzi) Rafaela Albuquerque (nei panni di Ilaria Occhini), Domingo Pellicola (che interpreta Flaiano) e Timofei Baranov (Kunt il marziano). Agli attori Valeria Almerighi (Caterina Martinelli) e Gabriele Portoghese (il critico) il compito di mandare avanti la narrazione.

Prima rappresentazione assoluta: è diverso l’approccio quando un lavoro è totalmente sconosciuto?
«Il repertorio contemporaneo viene rappresentato raramente. Sono molto fortunato perché è sempre più raro poter lavorare con musicista e librettista alla composizione di un’opera al suo debutto. Tutti gli elementi che compongono lo spettacolo serviranno a raccontare l’universo poetico, tagliente del più umano degli extraterrestri letterari: Ennio Flaiano».

Un’operazione coraggiosa?
«Investire su un nuovo titolo è sempre un’operazione coraggiosa. E complicata. Non si lavora sull’immedesimazione. E neanche su una rilettura di personaggi che appartengono all’immaginario collettivo. Si cerca invece di caratterizzare figure che il pubblico scopre per la prima volta. Di accompagnare gli spettatori nell'incontro con un grande scrittore, Flaiano, osservandolo da diverse angolazioni, la sua Roma, la sua intimità, il suo insuccesso, e il suo desiderio di cambiamento».

Chi ci sarà in scena?
«Ilaria Occhini, evocata come simbolo del divismo di allora, Ennio Flaiano che osserva la sua Roma dall’alto: il volo sulla città nella scena finale è molto commovente. E Kunt, il marziano che ha una strana evoluzione: si presenta come un personaggio altruista, curioso, positivo, per finire poi imborghesito, appassito nel suo smoking. Un’attrice interpreterà Caterina Martinelli: l’ho immaginata come una donna delle pulizie che vive sotto il palcoscenico, spunta da una botola, quasi a rappresentare il mondo archeologico, la storia antica che a Roma dialoga costantemente con il presente. Avremo un critico che unirà i frammenti dell’opera. E soprattutto le immagini. I video di Toccafondo saranno lo sguardo del marziano».

Scene, costumi e video sono di Gianluigi Toccafondo: insieme avete realizzato tutti gli spettacoli di Operacamion, compresa la Tosca che verrà montata sul Tir la prossima estate. Inseparabili?
«Un compagno di avventure su quattro ruote che non poteva non essere al mio fianco per affrontare questo nuovo viaggio in palcoscenico su un materiale contemporaneo. Le sue immagini saranno fluide pittoriche, mostreranno la città come poteva vederla Flaiano, un po’ Las Vegas, un po’ Dolce Vita e un po’ archivio. Abbiamo selezionato foto storiche che verranno riproposte insieme con i suoi disegni, ritratti, colori, suggestioni».

La Roma problematica di oggi?
«Nessun riferimento alla cronaca spicciola. L’attualità emerge dal linguaggio: dalle casse teatrali escono le parole di oggi, hashtag, tag. La Roma che viene descritta è una città del Novecento, luogo di cultura viva e di grande umanità». 

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