Il Margutta apre la stagione con “Normality”: la follia in mostra

Normality - Locandine
di Sabrina Quartieri
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Venerdì 18 Settembre 2015, 15:52 - Ultimo aggiornamento: 23 Settembre, 18:50

La follia del quotidiano, che ossessiona e tormenta, che placa e costruisce, prende forma nelle opere di due artisti italiani, Valeria Catania, di Lecce e Guido Pecci, della provincia di Frosinone, che fino al 28 novembre si potranno vedere gratuitamente nei nuovi spazi espositivi del locale romano “Il Margutta”.

Il percorso che ne viene fuori è estremamente particolare nella sua eterogeneità, perché nella mostra “Normality”, ideata da Tina Vannini, curata da Giorgia Calò, organizzata e coordinata da Anita Valentina Fiorino, la contrapposizione c’è e si fa sentire.

Non solo nei diversi linguaggi, spesso monocromo con l’uso di plexiglass e lamiere per Catania, estremamente colorato e materico quello di Pecci, ma anche nei due punti di vista ben distinti: più introspettiva lei, estroverso nel suo tripudio pop, lui.

“Se Valeria - spiega il critico d'arte Giorgia Calò - ci conduce in un luogo silente, raffinato, fatto di volti o, per essere più precisi, profili che si ripetono all’infinito, Pecci catapulta lo spettatore dentro una favola, o meglio un cartoon, con scenografie surreali in cui il colore e la materia danno vita a luoghi fantastici, spesso animati da personaggi noti, da Winnie de Pooh ai Simpson”. Due identità per uno stesso progetto creativo fatto di ironia, colore, sapore, ma soprattutto rispetto, verso gli animali, verso il prossimo, verso chi è diverso. E diversa è anche la veste in cui Il Margutta apre la nuova stagione: dopo aver lanciato il franchising internazionale, ora nello storico locale vegetariano di Roma cambiano gli interni della sala principale, con il grigio e il bianco a predominare sugli altri colori, con lunghe tavolate sociali e sgabelli, un bancone ancora più grande, con un bio bar aperto tutto il giorno che propone centrifughe, cocktail, concentrati, all'insegna della frutta e della verdura fresche.

Cucine a vista, per garantire trasparenza e qualità dei servizi offerti, e secchielli pieni di piante che pendono dal soffitto: la nuova sala sembra assomigliare ancora di più ad una galleria d'arte, come voleva la titolare Tina Vannini, che ha deciso di riaprire con una mostra davvero “folle”. Perché “la follia fa parte di noi, del nostro progetto vegetariano e imprenditoriale - ha detto ai suoi invitati la Vannini - solo chi è un po' folle può credere oggi nell'arte e nella cultura, nei giovani e nelle loro entusiasmanti idee, fortunatamente contagiose. Noi lo siamo e, dato l'affetto di chi ci segue, ne siamo orgogliosi”. In effetti al vernissage della mostra sono stati circa 200 gli ospiti presenti, come l'attore e sceneggiatore Pino Quartullo, la giornalista della Rai Stefania Giacomini, il produttore cinematografico, sceneggiatore e regista Giannandrea Pecorelli.

E ancora, la psicologa Irene Bozzi, la contessa Elena Aceto di Capriglia, l'attrice Samya Abbary, la conduttrice Roberta Beta, il giornalista radiofonico Daniel Della Seta, l'organizzatore culturale Federico Mollicone, la giornalista Camilla Nata, lo sceneggiatore Pierpaolo Segneri, Francesca Barbi Marinetti e tanti altri amici dello storico locale. Nel percorso espositivo spazio anche ad opere realizzate durante alcune sedute di “Art Therapy” da pazienti psichiatrici di un centro di Roma: “Emilio, Marina, Fabrizio, Antonio, Giorgio e Pietro - spiega l'organizzatrice Anita Valentina Fiorino - sono persone comuni che Il Margutta ha deciso di mettere in mostra, riconoscendoli come artisti che affrontano le loro difficoltà attraverso la capacità di rielaborare il proprio vissuto, dandogli una forma e di trasmetterlo creativamente agli altri”. La mostra si inserisce in un progetto legato al cortometraggio “Normality”, una produzione indipendente dell'attore Gabriele Lazzaro che sarà presentata venerdì 25 settembre. "È una storia scritta a 4 mani con la psicoterapeuta Maria Grazia Lo Russo - spiega Lazzaro - con cui racconto in venti minuti l’amore malato di Norman per sua madre”.