LA VIDEOINTERVISTA A MARCO DAMILANO:
A queste e altre provocazioni, che definire solo linguistiche sarebbe davvero limitativo, risponde nella video-intervista Marco Damilano, noto polemista e inviato di politica interna per il settimanale “L’Espresso”, che ha concluso il festival “Libri al Centro”, interessante kermesse di narratori e saggisti svoltasi a Roma, a Cinecittà2, e diretta da Roberto Ippolito. “Chi ha sbagliato più forte”, la sua ultima fatica letteraria, è un po’ una disanima sulla storia recente del PD, sui tanti perché, i tanti misteri, le tante – spesso ingloriose, occorre dirlo – vicissitudini che hanno condotto il centro-sinistra a essere incisivo sulla scena politica italiana solo a tratti e con mille fiumiciattoli e mille sincopi, fra tradimenti e radici spezzate, argini bassi alla Grande Ondata di Berlusconi e della Destra, premierati come quelli di Letta e, l’attuale, di Renzi che ancora meritano una giusta collocazione nella nostra memoria, il primo, e una diagnosi di sana e robusta costituzione, il secondo.
Una catena di ambizioni personali, rivalità tra capi, logiche di conservazione degli apparati ha spezzato nel tempo la speranza di un partito nuovo e ha condotto a sconfitte disastrose. Una debolezza culturale, istituzionale, perfino etica, che si è conclusa con una catastrofe. Questa è la prima storia del centrosinistra della Seconda Repubblica, in presa diretta. Un diario personale e politico, dunque, quello di Damilano. Con le voci di quattro protagonisti, Romano Prodi, Massimo D’Alema, Walter Veltroni, Arturo Parisi, e di un testimone d’eccezione, Nanni Moretti. Le vittorie, le cadute, i duelli. I leader e i personaggi minori, le loro debolezze e i voltafaccia, le rivelazioni di un traditore. Ma anche il racconto del popolo dell’Ulivo, che si muove come un fiume carsico e irrompe a sorpresa.
E la voglia, di eco tutta “morettiana”, di sentir dire ancora “qualcosa di sinistra” a leader “rossi”, come venivano chiamati un tempo, le cui passioni, il cui vocabolario ideologico, il cui approccio ai disastri socio-economici del Paese sembrano davvero annacquati e resi moderati, e spesso inconcludenti, sino ad una sparizione pressoché totale. Sparizione “rumorosa” per colpa del presenzialismo nei tg e nei talk di prime time, ma sempre meno esplosiva nei cuori dei militanti di un tempo e di chi ancora vuole combattere per ideali collettivi oggi.
Marco Damilano “Chi ha sbagliato più forte” (Laterza, pagg. 276, euro 15)
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