Dante, rari esemplari della Divina Commedia e un manoscritto del giovane Giacomo dedicato proprio al poeta fiorentino. Questo è stato svelato oggi a Recanati, a cura della Biblioteca Leopardi, in occasione del settecentesimo anniversario della morte del Sommo poeta.
E' stata anche l'occasione per riaprire il percorso multimediale “Io nel pensier mi fingo” di Casa Leopardi rimasto chiuso per due anni a causa dell’adeguamento alle disposizioni anti-Covid.
La mostra, allestita nella Sala dei manoscritti della Biblioteca, sarà visitabile a partire da venerdì 29 e fino al prossimo 30 gennaio 2022.
PAROLA ALLA CONTESSA LEOPARDI
«Per la nostra famiglia è un grande piacere poter dare l’opportunità al pubblico di fruire dei tesori presenti nella biblioteca che ha visto formarsi Giacomo –spiega Olimpia Leopardi discendente del Poeta-. Vorremmo offrire ai visitatori la possibilità di calarsi nei panni del giovane lettore e di provare a riscoprire il suo stupore fanciullesco, quello che coglie tutti noi di fronte ad un’opera che ha plasmato l’immaginario collettivo. In Dante Giacomo vede quell’ideale di poeta e scrittore che fonda la lingua italiana, ma non riesce ad immedesimarsi in lui fino in fondo, non può ritenerlo un padre putativo, troppo differenti le loro sensibilità di uomini e poeti. Quando è in visita a Ravenna, sulla tomba del sommo Alighieri, Giacomo confessa di non aver provato emozione, di non aver pianto.
IL MANOSCRITTO
Sopra il monumento di Dante che si preparava in Firenze fu composto tra il settembre e l’ottobre 1818 a Recanati, pubblicato nello stesso anno, e prende spunto dal progetto di erigere un monumento a Dante in Santa Croce a Firenze; il tema centrale del canto è il degrado e l’abbandono in cui giaceva l’Italia. E' composta di 12 strofe, le prime 11 di 17 versi, l'ultima di 13, per un totale di 200 versi.
I "PEZZI" IN MOSTRA
Nella mostra sarà possibile vedere un incunabolo in-folio del 1477 con commento del Vellutello, una prestigiosa edizione in-quarto del 1544, abbellita dalle illustrazioni di Giovanni Britto - indicizzata dallo stesso Leopardi, come testimonia la scheda catalogatoria manoscritta - ma anche l’edizione moderna con l’esposizione del Foscolo. Una raccolta di volumi di pregio in un inedito viaggio alla riscoperta di un classico senza tempo, uno dei caposaldi della cultura italiana.