Oliver Stone: "Il mio film sul nucleare,
l'unica energia che salverà il mondo"

Oliver Stone, al centro, in una scena di "Nuclear Now"
di Gloria Satta
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Venerdì 1 Dicembre 2023, 19:46
Tre Oscar, 21 film, 77 anni di vita e la voglia noon ancora sopita di andare al di là della versione ufficiale dei fatti, a caccia di scomode verità e battaglie da combattere, anche a costo di risultare provocatorio o impopolare. Oliver Stone, ospite d’onore del 41mo Torino Film Festival dove riceverà la Stella della Mole e sarà protagonista di una masterclass, presenta il suo ultimo lavoro: ”Nuclear Now”, il documentario scritto con il professore universitario Joshua S.Goldstein e, distribuito da I Wonder, destinato ad andare in onda il 6 dicembre su La7. Tema: l’energia nucleare che, secondo il regista di ”Platoon” e ”JFK”, nell’immediato futuro («abbiamo tempo fino al 2050») sarà l’unica strada percorribile per scongiurare l’estinzione del Pianeta. «Ma il mondo ha paura di questa strada», ha detto Stone a Torino, «perché continua a confondere l’energia nucleare con la bomba atomica. Per girare il film ho studiato due anni, mi sono documentato in tutto il mondo e sono arrivato alla conclusione che non abbiamo alternative. Puntare a questa energia ”pulita”, costruire nuovi reattori anziché abbatterli è l'unica soluzione possibile per sostituire i combustibili fossili, dal momento che l'energia green non risolve il problema: rappresenta appena il 10 per cento. Non sono contrario alle rinnovabili, ma non arriveranno mai a coprire il fabbisogno di energia».
PREOCCUPAZIONE. Stone è partito dal documentario premio Oscar di Al Gore ”Una scomoda verità” sui cambiamenti climatici. «Sono molto preoccupato per la Terra», spiega. E sullo schermo, attraverso interviste esclusive e immagini spettacolari, documenta la sua tesi. «A partire dagli anni Settanta è partita la campagna di disinformazione, alimentata dalle compagnie petrolifere che hanno convinto l’opinione pubblica di quanto il nucleare fosse pericoloso, nocivo per il genere umano», esclama, «anche il cinema ha fatto la sua parte producendo film fuorvianti come ”Sindrome cinese” e ”The Day After”. Per non parlare di Jane Fonda: l’avevo apprezzata per la sua militanza contro la guerra in Vietnam, ma schierandosi contro l’energia nucleare e raccogliendo fondi per questa battaglia ha contribuito a diffondere la paura provocando un grosso danno».
INCIDENTI. Ma incidenti come Chernobyl e Fukishima non confermano forse la tesi secondo cui il nucleare è pericoloso? «Il disastro di Chernobyl, 50 vittime accertate e qualche migliaio di morti per cancro, è stato meno grave di quello che tutti pensano e le vittime di Fukushima sono state causate da uno tsunami di enorme portata che si è abbattuto sul reattore nucleare. In realtà l’industria e l'inquinamento fanno molte più vittime».
POLITICA. Ancora una volta Stone ha diretto un film politico, ancor più di ”Platoon”, ”Nato il 4 luglio”, ”Wall Street”, ”JFK”, ”Nixon”. «”Nuclaear Now” è un film politico perché riguarda il governo del mondo», spiega il regista, «un mondo che chiede sempre più energia e nel quale è difficile comunicare la verità. Penso che il tema dell'energia, dell'aumento dei consumi e della ricerca di una soluzione che vada bene per il pianeta e combatta al tempo stesso la povertà delle persone, sia il tema più importante per il futuro del mondo e dei nostri figli. E il nucleare è la fonte energetica meno dannosa e più economica possibile». Una pausa: «Ho parlato con scienziati e ricercatori. Vorrei che il mio film servisse alla gente per conoscere la verità e non farsi prendere in giro».
CONTROCORRENTE. Secondo Stone la Russia «ha una visione più collettiva e complessivamente più attenta alle esigenze dei cittadini di Stati Uniti e Europa e sta investendo sul nucleare». Ancora la voglia di andare controcorrente...«Ma questo non è un tema di destra o sinistra», ribatte il regista, «ma di sopravvivenza». Il film, iniziato prima della guerra in Ucraina, contiene anche un viaggio di Stone in Russia presso l'azienda pubblica Rosatom attiva nel settore dell'energia nucleare e che raggruppa oltre 400 imprese locali. Nuclear Now avrà un sequel: un film sulla situazione in Europa, «da voi il problema è più urgente e più sentito che negli Stati Uniti». 
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