Energia nucleare inclusa nelle rinnovabili: accordo raggiunto a Bruxelles stanotte

Vuol dire che l'energia atomica è considerata utile per la decarbonizzazione

Energia nucleare inclusa nelle rinnovabili: accordo raggiunto a Bruxelles stanotte
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Giovedì 30 Marzo 2023, 15:13

Energia nucleare - L'idrogeno prodotto da energia atomica fa parte dell'accordo Ue sulle rinnovabili raggiunto nella notte tra il Parlamento europeo e gli Stati membri. Esulta la Francia.

Sì all'atomica ma con forti limiti: cosa prevede l'accordo

Parigi ha ottenuto che l'energia nucleare sia conteggiata per la decarbonizzazione dell'industria, tuttavia - ha precisato l'eurodeputato tedesco Markus Pieper a guida dei negoziati - vi sono «forti limiti».

Il compromesso prevede che il 42% dell'idrogeno provenga da combustibili rinnovabili di origine non biologica entro il 2030 e il 60% entro il 2035. I Paesi potranno comunque coprire il 20% di queste quote usando la produzione nucleare a determinate condizioni.

Lo "sconto" del 20% sull'idrogeno rinnovabile tramite la produzione da nucleare può essere ottenuto se si verificano due condizioni: se lo Stato membro che vuole usare l'atomo è in linea con l'obiettivo generale sulle energie rinnovabili vincolante dell'Ue; e se la quota di idrogeno da combustibili fossili consumata nel Paese non è superiore al 23% nel 2030 e al 20% nel 2035. 

La Direttiva sulle energie rinnovabili, cos'è e perché è importante

Il negoziato (il settimo round di incontri) ha preso il via alle ore 17 di mercoledi ed è andato avanti tutta la notte.

Sul tavolo la Direttiva sulle energie rinnovabili (RED), uno dei principali dossier del pacchetto sul clima ’Fit for 55’.

La Francia ha spinto per riconoscere il ruolo del nucleare come fonte a basse emissioni che può contribuire agli obiettivi delle rinnovabili. La RED, risalente al 2018, regola la quota di energia che dovrebbe provenire da fonti rinnovabili come il sole, il vento o l’acqua e prevede un obiettivo di ottenere almeno il 32% della sua energia da fonti rinnovabili entro il 2030.

A luglio 2021 nel ’Fit for 55’ la Commissione europea ha proposto di portare la quota al 40%, per poi proporre di alzarla ancora al 45% a maggio 2022, nel pieno della crisi energetica. Gli Stati membri proponevano di lasciare l’obiettivo al 40% entro il decennio, mentre l’Europarlamento (come la Commissione) voleva portarlo al 45%.

Si è trovato l'accordo sul 42%. Oltre all’obiettivo generale, a Bruxelles si negoziava sui target settoriali per l’industria. Ed e qui che la Francia ha fatto pressioni per includere fonti di energia a basse emissioni - in particolare, di idrogeno low carbon (che per Parigi significa prodotto da nucleare) - negli obiettivi europei rinnovabili in alcuni settori industriali.

Da mesi ormai la Francia portava avanti una battaglia per l’inclusione dell’energia dell’atomo in alcuni dei principali dossier legislativi in tema di energia. Proprio sulla revisione della Direttiva in questione, Austria, Lussemburgo, Germania, Danimarca, Spagna, Portogallo e Irlanda avevano scritto una lettera alla Commissione europea perché la direttiva sulle energie rinnovabili continuasse a includere solo le energie rinnovabili.

L'altro ieri (martedì 28 marzo, ndr) il ruolo del nucleare era stato dominante anche al Consiglio Energia, dove i ministri hanno adottato l’orientamento generale del Consiglio sul pacchetto «gas», ma si erano trovati divisi sull’inclusione dell’idrogeno a basso contenuto di carbonio, su cui spingeva la Francia per il riconoscimento dell’idrogeno da fonte nucleare. 

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