I grandi rifiuti hollywoodiani: da Al Pacino che disse no a Star Wars, a John Travolta che non volle fare Forrest Gump

Al Pacino
di Anna Guaita
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Martedì 29 Dicembre 2015, 23:58 - Ultimo aggiornamento: 6 Gennaio, 16:24
New York – Provate a immaginare una storia alternativa, in cui l’eroe di Star Wars non è Harrison Ford, ma Al Pacino. Un universo cinematografico con Tom Selleck nei panni di Indiana Jones e John Travolta in quelli di Forrest Gump. Locandine che elencano Michelle Pfeiffer come interprete de Il Silenzio degli Innocenti,  Molly Ringwald che dà il suo volto alla Vivian di Pretty Woman, e Will Smith nei lunghi cappotti neri di Matrix. Immaginate la procace Pamela Harrison invece della riflessiva Gillian Anderson al fianco di Mulder negli X Files, o Matt Damon e Joaquin Phoenix nei panni dei due cow boy innamorati di Brokeback Mountain che conosciamo invece con il volto di Heath Ledger e Jake Gyllenhaal.

Non ci riuscite? Eppure è quasi successo. Nel corso degli anni questi e altri attori hanno rifiutato parti che si sono poi rivelate storiche e hanno fatto la fortuna dei colleghi che le hanno prese. Non sempre si è trattato di errori di giudizio, però. Tom Selleck ad esempio moriva dalla voglia di calarsi nei panni di Indiana Jones. E quando gli fu offerto il copione disse di sì. Era stato lo sceneggiatore George Lucas a chiedere al regista Steven Spielberg di far riposare Harrison Ford: Lucas lo aveva già avuto in Star Wars e in American Graffiti, e aveva voglia di sperimentare un volto nuovo. Spielberg era d’accordo, Selleck pure. Ma l’attore aveva firmato l’impegno per la serie tv Magnum P.I. e non riuscì a staccarsene. E la parte di Indiana Jones andò a Ford.

Peraltro, va ricordato che solo quattro anni prima Harrison Ford aveva a sua volta ottenuto la leggendaria parte di Han Solo in Star Wars per pura fortuna. Il copione era andato come prima scelta ad Al Pacino, una delle grandi star del momento, che con Serpico, Il Padrino e Un Pomeriggio di un Giorno da Cani aveva già rievuto ben tre nomination all’Oscar fra il 1973 e il 1975. Ma Al Pacino ha confessato nel 2013 che quando lesse il copione di Star Wars non lo capì: “La parte era mia”, ha detto, ma l’idea di interpretare un giovane avventuriero “che aveva come copilota un orso” gli sembrava incomprensibile.

Altri hanno detto no perché non capivano di avere fra le mani una miniera d’oro: nel 1990 Bruce Willis era stato la prima scelta per la parte di Ghost che toccò poi a Patrick Swayze. Il regista Jerry Zucker pensava che Willis sarebbe stato bene al fianco di Demi Moore, visto che i due attori erano allora sposati e felici. Ma Bruce disse che interpretare un fantasma poteva danneggiarlo professionalmente. Dopo il successo del primo Die Hard, Willis cercava semmai altri film d’azione. Così la pellicola strappacuore cadde nel grembo di Swayze, ottenne cinque nomination all’Oscar, e due ai Golden Globes, e Swayze fu nominato dalla rivista People “L’uomo più sexy” dell’anno.

Intanto Willis dovette aspettare fino al 1994, e Pulp Fiction di Quentin Tarantino, per registrare un altro vero successo. E comunque, nel 1999 accettò di interpretare un fantasma, in The Sixth Sense, e non gli danneggiò affatto la carriera.

Quanto a errori di giudizio, tuttavia, pochi battono John Travolta che dopo aver già sbagliato nel rifiutare American Gigolò e An Officer and a Gentleman, che furono acchiappati da un giovanissimo Richard Gere, più tardi bocciò la parte principale di Forrest Gump, che andò a Tom Hanks. Tuttavia la carriera di Travolta registrò una ripresa con Pulp Fiction, per il quale ottenne una nomination all’Oscar.

A sua volta Michelle Pfeiffer fece l’errore di scartare la parte di Clarice Starling ne Il Silenzio degli Innocenti, perché il copione le sembrava “davvero troppo cupo”. Il regista Jonathan Demme ci teneva molto a lei, ma alla fine si affezionò a Jodie Foster.

Le stesse incertezze le provò Molly Ringwald davanti al copione di Pretty Woman: la reginetta dei film romantico-giovani degli anni Ottanta aveva ricevuto una versione del film decisamente più tragica, con Vivian tossicodipendente e la relazione con il miliardario Edward Lewis destinata a fallire. Oggi Molly comunque dice elegantemente: “E’ giusto così, non puoi immaginare Pretty Woman senza Julia Roberts”.

La stessa elegante reazione ha oggi Will Smith, che non volle interpretare Neo in The Matrix, che poi andò a Keanu Reeves. Quando Will ricevette il copione era sulla cresta dell’onda, dopo Independence Day e Men in Black, e non credeva che gli effetti speciali descritti nel film fossero realizzabili. Ma con lealtà, oggi reagisce: “Non ero un attore abbastanza intelligente da lasciare che il film si svolgesse come ha fatto poi Keanu. Io avrei fatto un pasticcio”.
Anna Guaita
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