Salvatores: «Il mio ragazzino che sfida i cinepanettoni»

Salvatores: «Il mio ragazzino che sfida i cinepanettoni»
di Gloria Satta
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Mercoledì 2 Luglio 2014, 13:00 - Ultimo aggiornamento: 4 Luglio, 15:42
​Alla guerra dei cinepanettoni con un supereroe di 13 anni. Il nuovo film di Gabriele Salvatores, Il ragazzo invisibile, uscir l’11 dicembre con 01 Distribution sfidando le commedie di Natale. «Ma abbiamo le armi per difenderci: il mio è un film trasversale e mi auguro che porti al cinema sia gli adolescenti sia i genitori. Come E.T. di Spielberg: mica puoi definirlo un film per ragazzi», dice il regista premio Oscar a Ciné, la vetrina cinematografica che a Riccione riunisce in questi giorni distributori ed esercenti alla scoperta dei nuovi listini.

Salvatores torna al cinema cambiando completamente registro rispetto al crudo Educazione siberiana. Prodotto da Indigo (La grande bellezza), girato a Trieste, interpretato dal giovanissimo Ludovico Girardello, Valeria Golino, Fabrizio Bentivoglio, Ksenia Rappoport, il nuovo film ha per protagonista un ragazzino timido e introverso che all’improvviso, mentre tenta di catturare l’attenzione di una compagna di scuola che gli piace, si scopre il potere di diventare invisibile. Comincerà, tra sorprese ed effetti speciali, la più incredibile avventura della sua vita.



I GIOVANISSIMI

Perché i giovanissimi che amano i supereroi americani dovrebbero appassionarsi a questa storia made in Italy? «Perché il protagonista del film appartiene al loro immaginario», risponde Salvatores. «Anche lui è un supereroe come tutti gli adolescenti che nel momento di passaggio dalla giovinezza all’età adulta si scoprono in possesso di poteri eccezionali, pur non sapendo come usarli».



IL DILEMMA

Il regista precisa che il suo Ragazzo invisibile è impegnato in un compito molto semplice e naturale: «Non deve combattere contro alieni o altri supereroi ma la sua sfida è quella di noi tutti: diventare grande. Non brilla nello studio, non eccelle negli sport, ma la possibilità di scomparire quando vuole gli cambia la vita». E cosa può piacere agli adulti di questa storia?«Il fatto», spiega ancora Salvatores, «che affronti argomenti in cui possono riconoscersi: l’adozione, la maternità, il rapporto genitori-figli. E il dilemma che all’inizio della vita riguarda tutti: meglio diventare supereroe o rimanere normale? Io avrei scelto la prima opzione».



Nel film abbondano gli effetti speciali. «Ma niente esplosioni, astronavi o mondi fantastici», rivela il regista. «Abbiamo puntato sugli effetti più difficili, quelli che consentono di rendere straordinarie le cose normali: un oggetto che si muove da solo, un abito vuoto... E forse abbiamo fatto centro. L’ho capito dalla battuta di una ragazzina che dopo una proiezione-test ha esclamato: questo film è normale ma anche magico».



Si parla anche di bullismo: il protagonista viene preso in giro dai compagni per la sua timidezza. «Ma quando diventa invisibile si vendica». E com’era Salvatores da adolescente? «Anch’io ero impacciatissimo, non mi sentivo pronto ad avvicinare le ragazze e ad affrontare la vita. Avrei voluto essere invisibile... Mi ha salvato la musica. Mi bastava prendere una chitarra per tornare visibile».
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