Il primo ad annunciarlo a scanso di polemiche è stato Thierry Frémaux, il direttore artistico del Festival che due anni fa fu il bersaglio delle femministe e ora sottolinea la presenza di quindici film, sulla sessantina della selezione ufficiale, diretti da signore. Significa il 25 per cento rispetto al 17 dell’anno scorso, al 10 del 2012, al 14 del 2011. Curiosità: se in concorso le registe sono solo due su diciotto (la giapponese Naomi Kawase e la nostra Alice Rohrwacher) la sezione in cui le donne sono più numerose è il Certain Regard, con 7 su 22.E una di loro è Asia Argento con il suo film Incompresa.
QUOTE ROSA
Pentimento tardivo del Festival, semplice coincidenza o riflesso della società in cui la presenza femminile si espande sempre di più? «Sia chiaro che sceglierò sempre i film che valgono, non in base al sesso di chi li ha diretti», ha puntualizzato Frémaux, spazzando via qualunque ipotesi di quote rosa a Cannes. Comunque, dal 15 al 24 maggio, le donne saranno protagoniste fin dall’inizio.
Per aprire le danze è stata scelta un’icona mondiale resuscitata da una superstar: il film "Grace di Monaco" interpretato da Nicole Kidman inaugurerà il Festival in pompa magna malgrado il boicottaggio dei Grimaldi che parlano di «realtà travisata». Subito dopo, la Campion e i suoi si metteranno al lavoro. Nelle 67 edizioni del Festival le presidenti della giuria si contano sulle dita delle mani: a parte Sofia Loren, hanno ricevuto la prestigiosa investitura Olivia De Havilland, Michèle Morgan, Ingrid Bergman, Françoise Sagan, Jeanne Moreau (due volte!), Isabelle Adjani, Liv Ullman, Isabelle Huppert.
LA GIURIA
Jane, che di giurate ne avrà quattro (Carole Bouquet, Leila Hatami, Sofia Coppola, Jeon Do-yeon) su otto, è tra l’altro l’unica donna ad aver vinto la Palma d’oro, nel 1993 con Lezioni di piano, ma anche nel 1986 per il corto Peel. «Sono onorata e impaziente», dice la regista neozelandese, «Cannes è un luogo mitico dove cominciano le carriere, a me è successo». E se ora riequilibrasse la statistica consegnando la Palma d’oro a "Le meraviglie" di Alice Rohrwacher (dal cast superfemminile: Alba Rohrwacher e Monica Bellucci) o a "Futatsume no mado" della Kawase?
Una donna giganteggia anche in "Party Girl", il film che apre il Certain Regard: è Angelique, ex entraineuse sessantenne nel ruolo di se stessa. Protagonista di "The Search" di Hazanavicius, sulla guerra in Cecenia, è invece Bérenice Bejo premiata l’anno scorso proprio sulla Croisette.
MATTATRICI
Assayas, in concorso con "Sils Maria", punta sul confronto tra due divine di diverse generazioni: Juliette Binoche e Kristen Stewart. E c’è grande attesa per il ritorno di Hilary Swank che in "The Homesman" scorta tre malate di mente attraverso il West. Già si favoleggia della nuova sconvolgente interpretazione di Marion Cotillard, la regina del box office francese, nel film dei Dardenne "Deux nuits, deux jours" mentre si riaffaccia a Cannes la bellissima diva cinese Gong Li ("Coming Home").
Non mancherà Catherine Deneuve, più che un’attrice un’istituzione: molto invecchiata dal trucco, è la mattatrice di "L’homme qu’on amait trop". Eva Mendes fa invece una madre single in "Lost River", il film diretto dal fidanzato Ryan Gosling.A dividersi la scena in "Eleanor Rigby" sono Isabelle Huppert e Jessica Chastain, stesso fisico minuto, stessi capelli fulvi e talento esplosivo. E in "Maps To the Stars" Julienne Moore, un’altra magnifica rossa, è perseguitata dal fantasma della madre attrice.
Rompendo la tradizione delle presentatrici glamour, il maestro di cerimonie sarà Lambert Wilson. L’attore, che si definisce «un eremita socievole», Sulla Croisette farà da contraltare al tripudio rosa. In poche parole, rappresenterà la controtendenza del Festival.
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