Al Festival sbarca Asia Argento con "Incompresa": «Il mio futuro da regista, basta con la recitazione»

Al Festival sbarca Asia Argento con "Incompresa": «Il mio futuro da regista, basta con la recitazione»
di Gloria Satta
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Giovedì 22 Maggio 2014, 11:06 - Ultimo aggiornamento: 17:21

A Cannes sbarca “Incompresa”, il nuovo film di Asia Argento regista.

Interpretato da Charlotte Gainsbourg, Gabriel Garko e la piccola Giulia Salerno, è ambientato negli anni Ottanta e racconta la storia di Aria, una bambina di nove anni che vive, si fa per dire, in una strampalata famiglia in cui i litigiosissimi genitori (madre pianista, padre divo del cinema) sono troppo presi da se stessi per occuparsi di lei. E lei troverà amore e calore in un gattino nero…

Asia, è una storia autobiografica?

«No.

Dissipiamo il malinteso: è inutile cercare paralleli tra la vicenda di Aria e quella di Asia. Se avessi voluto parlare dei miei genitori, avrei realizzato un documentario. Chiunque può identificarsi nella mia piccola eroina: chi, nell’infanzia, non si è sentito incompreso dai genitori? Alcuni momenti del film sono ispirati al mio vissuto, ma Incompresa non è un film autobiografico e tantomeno terapeutico».

Il suo essere madre ha influenzato la sceneggiatura?

«Può darsi, ma in modo indiretto. E mia figlia Anna Lou interpreta un piccolo ruolo! Quando ho diretto Ingannevole è il cuore oltre ogni cosa ho scoperto il piacere di lavorare con i bambini».

E’ stato facile dirigere la piccola Giulia Salerno?

«Nei due mesi precedenti alle riprese, tutti i bambini che recitano nel film sono venuti a stare a casa mia. Hanno formato un gruppo e io li ho ascoltati, ho cercato di capire le loro personalità. Ho poi modificato il copione in funzione del loro linguaggio».

Sono dei mostri, i genitori del suo film?

«No, non sono dei mostri. Fanno addirittura ridere nel loro smisurato egosimo. Ho voluto dissacrare l’immagine tradizionale della famiglia, cara al cinema italiano nel quale non mi riconosco».

Malgrado sia una storia malinconica, “Incompresa” ha anche momenti di leggerezza…

«Le parole che la piccola Aria pronuncia alla fine del film traducono perfettamente le mie intenzioni: …vi ho raccontato queste cose non perché voglio passare da vittima, ma per farmi conoscere un po’ meglio e perché siate più gentili con me».

Perché non ha interpretato lei stessa il ruolo della madre?

«L’esperienza da regista nel mio film precedente è stata talmente disastrosa che mi ci sono voluti dieci anni per dirigerne un altro. Non ho più tanta voglia di recitare. Faccio l’attrice da trent’anni. E’ ora di voltare pagina».

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