Sul set con Verdone, per Carlo e Ilenia il cinema è sacro

Sul set con Verdone, per Carlo e Ilenia il cinema è sacro
di Laura Larcan
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Venerdì 11 Agosto 2017, 15:39 - Ultimo aggiornamento: 12 Agosto, 14:51

Il caldo non dà tregua neanche alle star del cinema. Carlo Verdone lo affronta con calma serafica. Ieri mattina, in via dei Cestari, a pochi metri dal Pantheon, c'era lui, a guidare l'intera troupe della sua ultima fatica cinematografica Benedetta follia. Ogni tanto guarda verso il cielo, scruta le luci, sembra sfidare il sole e impartisce indicazioni ai tecnici della produzione. Et voilà, la macchina dei sogni va in scena e regala l'ebbrezza da brivido del grande cinema in un'afosa mattinata d'agosto. Quasi una giornata particolare per quelli che per caso riescono a viverla. E' concentrato, Verdone, in camicia bianca e pantaloni blu. Sembra sopravvivere al caldo, e sa offrire anche sorrisi amabili. Come quelli che non può non riservare all'obiettivo spietato di Rino Barillari, il re dei paparazzi, che è riuscito ad immortalarlo nella sua ultima giornata di ciak nel centro storico. Una lunga maratona di riprese, iniziate a luglio nel quartiere dell'Eur, e che hanno continuato a coinvolgere varie zone della Capitale e oltre (Labaro, Prima Porta, Sperlonga, Caprarola), in questo personale omaggio di celluloide alla sua Roma (uscita nelle sale, dopo Natale). Verdone sta al gioco e si racconta.

 

Svela il suo set: l'interno di uno storico negozio di abiti religiosi e paramenti liturgici in via dei Cestari. Verdone diventa Guglielmo, uomo di rigorosa virtù cristiana, proprietario del negozio di articoli religiosi. E qui non può mancare una delle sue dive (come ha annunciato il cast è tutto al femminile), tra le protagoniste del film, Ilenia Pastorelli, reduce dal David di Donatello per Lo chiamavano Jeeg Robot. Interpreta Luna, commessa in prova nel negozio, romanissima (della Magliana) e spigliata, con qualche tatuaggio audace, che stravolgerà la vita di Guglielmo/Carlo, complici i social network. Eccola al suo fianco, ironica e sensuale, alta filiforme e mani affusolate. I capelli le scendono sulla schiena, il lungo abito di scena variopinto con l'accenno di una scollatura. Fuori è un via vai di tecnici. Dentro si curano i dettagli della scenografia. Una preparazione meticolosa, in attesa che Verdone decida di battere il ciak. Mani esperte danno gli ultimi tocchi di trucco all'attrice. I passanti si lasciano inebriare da questa overdose di star. I più curiosi si fanno audaci e salutano Verdone. Passano anche due suore che per un attimo si confondono nel cast. Verdone si concede: si diverte a posare accanto al defilè di camici ecclesiastici, casule, stole. La stanza, per esigenze di copione, si popola di statue di Arcangeli e Madonne, santi e crocefissi, candelabri e ceri, tra paramenti dorati, ostensori e tabernacoli argentei. Tutta la strada sembra trasformata in una mini Cinecittà. C'è quasi da emozionarsi sul serio.