A settembre si tornerà sui banchi di scuola e si seguiranno le lezioni per metà del tempo in classe e per metà online. Ma senza raddoppi o smembramenti: gli alunni che restano a casa seguiranno le lezioni con i loro compagni ma collegati al computer. E si alterneranno nei posti sui banchi, nel corso della settimana, per evitare l'affollamento nelle scuole. È stata la ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina a spiegare come funzionerà la «didattica mista» al momento della ripresa dell'anno scolastico.
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«A settembre si deve tornare a scuola, gli studenti hanno diritto di tornare a scuola» e questo vale anche «per le scuole elementari», ha detto sottolineato la ministra in un'intervista a Skytg24. Un'indicazione su come riaprire la scuola a settembre arriva intanto anche da uno studio del Politecnico di Torino. Ingressi e uscite scaglionati a intervalli regolari di tempo, per evitare gli assembramenti, attività all'aperto e teledidattica, e soprattutto dimezzamento del numero di alunni per classi con turnazioni. Uno studio che sarà testato già dalla prossima settimana in sette scuole del Piemonte, cinque delle quali a Torino. «Non abbiamo mai parlato di doppi turni» per la ripresa della scuola a settembre, chiarisce Azzolina spiegando che l'ipotesi è quella di dividere le classi: «la metà degli studenti per metà settimana» andrebbe a scuola, poi l'altra metà, e comunque si terrebbero sempre gli studenti che sono a distanza «collegati, così la socialità resta».
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Contro Azzolina anche Matteo Orfini del Pd: sui concorsi definisce quelle della ministra come «parole inaccettabili». Ma nella maggioranza la protesta, su un altro versante, arriva anche da Italia Viva che definisce l'annuncio fatto in una intervista tv, sulle modalità della ripresa della scuola a settembre, «uno schiaffo al Parlamento»; lo affermano i deputati Iv in commissione Cultura Gabriele Toccafondi e Michele Anzaldi. Più duro il commento di Massimo Gandolfini, leader del Family Day che sulla scuola fatta in parte sui banchi di scuola e in parte con il pc da casa usa parole come «una follia», «un disastro». La ministra Azzolina ha confermato infine che c'è un piano per aiutare le famiglie con bambini: la possibilità attraverso gli enti locali e il terzo settore, ma nelle strutture scolastiche, di fare centri per bambini ora che i genitori dovranno tornare a lavorare. L'ipotesi è di organizzare gruppi di 4-5 bambini. Ma l'idea deve ancora essere valutata dal Comitato Tecnico Scientifico.
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