Scuola, il Cts (convocato da Speranza): «Si può tornare in classe, chi chiude se ne assume responsabilità. Veneto, 200 classi in quarantena

Scuola, riunione Cts-governo per la riapertura: tra le ipotesi il rinvio della didattica in presenza
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Domenica 17 Gennaio 2021, 11:03 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 12:22

Scuola, riunione convocata d'urgenza tra Cts e il ministro Speranza per la riapertura: le scuole superiori possono tornare in presenza nella misura del 50% e fino al 75% come previsto dal Dpcm del 14 gennaio. È questo, secondo quanto si apprende, il parere degli esperti del Comitato tecnico scientifico che si sono riuniti d'urgenza questa mattina dopo la richiesta del governo di un'indicazione sul ritorno in classe degli studenti delle scuole superiori. Le scuole vanno dunque riaperte e, sottolineano ancora gli esperti, se qualche presidente di regione decidesse diversamente, «se ne assume la responsabilità». Quando sono 200 in Veneto le classi scolastiche poste in quarantena dopo il rientro dalle vacanze natalizie.

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Caos Regioni e proteste degli studenti

La scuola ci riprova: lunedì mattina, seppure alternati per rispettare l'indicazione della presenza al 50 per cento, torneranno in classe circa 650mila studenti delle superiori (agli oltre 800mila inizialmente previsti vanno sottratti quelli della Puglia che ha rinviato l'apertura di una settimana).

Ma è una partenza tra le polemiche con i Governatori che continuano ad andare in ordine sparso e gli studenti che proseguono le proteste, da Milano a Roma. E anche i licei e i tecnici che riapriranno i portoni, lo fanno con condizioni stringenti tra mascherine e orari e giorni differenziati da classe a classe.

Scuole chiuse nelle zone rosse

Se è nella norma che restino ancora chiuse le scuole superiori in Lombardia, Alto Adige e Sicilia, zone rosse, ci sono però altre Regioni che hanno deciso di proseguire sulla strada della prudenza. Come la Puglia, il Friuli Venezia Giulia (entrambe regioni arancioni) e anche la Basilicata che è una delle poche oasi 'giallè d'Italia. «La scuola non è un posto sicuro, come non è un posto sicuro qualsiasi luogo dove si sta seduti per ore nella stessa stanza», ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, che terrà le superiori ancora al 100 per cento in Dad e offrirà anche per le primarie la didattica integrata digitale alle famiglie che lo chiederanno. «Lunedì le scuole non riapriranno», ha confermato il Governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, che sta riscrivendo l'ordinanza dopo che il Tar Fvg aveva accolto il ricorso di alcuni genitori contro il provvedimento regionale che disponeva la chiusura delle scuole secondarie di secondo grado fino alla fine di gennaio. Anche Vito Bardi in Basilicata ha firmato una ordinanza che lascia chiuse le scuole superiori fino alla fine del mese. Nello Musumeci in Sicilia annuncia che potrebbe chiudere tutte le scuole, non solo le superiori: «Se fra due settimane i dati non ci dovessero convincere, stabiliremo misure maggiormente restrittive e chiuderò anche le scuole primarie e le prime classi della media».

L'agitazione di prof e studenti

Ma l'agitazione maggiore arriva proprio dagli istituti. Se da una parte gli insegnanti manifestano preoccupazione e chiedono di essere vaccinati, dall'altra gli studenti continuano le proteste con occupazioni e scioperi. La Gilda chiede di «includere tutto il personale scolastico tra le categorie professionali più esposte al rischio di contagio da Covid-19 e, dunque, assegnare priorità a docenti, dirigenti e Ata nel piano vaccinale». Continua poi la protesta degli studenti delle scuole superiori a Milano e si allunga la lista degli istituti che vengono occupato dagli studenti. Anche a Roma lunedì 18 sarà per molti liceali un giorno di «sciopero dalla presenza in sede e, in numerosi istituti, da ogni forma di attività didattica, anche a distanza». I rappresentanti degli studenti nei consigli d'istituto si ritroveranno per manifestare prima in Campidoglio e poi davanti alla sede del ministero dell'Istruzione. «Si richiede un rientro in presenza, ma in sicurezza e a condizioni sostenibili per gli studenti», fanno sapere i promotori. Proteste anche a Trieste dove il comitato 'Priorità alla scuolà, composto di genitori, insegnati e studenti, è tornato a chiedere il rientro in classe al 100%, perché, spiegano, «con le scuole chiuse non c'è futuro».

Classi in quarantena dopo le vacanze in Veneto

10 giorni dopo la ripresa dalle vacanze di Natale sono circa 200 le classi scolastiche di elementari e medie sottoposte a quarantena in Veneto per positività di uno o più studenti. È l'effetto dell'ordinanza della Regione che ha cambiato la gestione dei casi positivi a scuola, obbligando all'isolamento le intere classi in presenza anche di un solo contagio. Gli studenti costretti a casa - riferisce il 'Corriere del Venetò - sono circa 4.000. 

Con la procedura precedente, in caso di positività tutta la classe veniva sottoposta ai tamponi, e se gli alunni risultavano tutti negativi potevano riprendere le lezioni. La nuova ordinanza è stata spiegata dalla sanità regionale con la necessità di fermare il rischio focolai negli istituti. Ora gli studenti osservano 10 giorni di quarantena, e possono rientrare in classe dopo l'esito negativo del tampone. In Veneto la provincia di Padova è quella con il maggior numero di classi in quarantena, una settantina.

 
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