Vaccini, dalla Ue monito per i richiami contro il papillomavirus e l'epatite B

Bruxelles richiama i 27 Paesi dell'Unione a implementare le vaccinazioni contro HPV e HBV

Vaccini, dalla Ue monito per i richiami contro il papillomavirus e l'epatite B
di Gabriele Rosana
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Giovedì 8 Febbraio 2024, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 08:29

Preme sull’acceleratore l’Europa per incentivare le vaccinazioni che aiutano a prevenire il cancro, a cominciare da quelle contro papillomavirus ed epatite B.

Secondo Bruxelles, infatti, una corretta prevenzione contribuirebbe a evitare il 40% dei casi oncologici nell’Unione, ma ancora nel 2021 gli Stati Ue avevano destinato a questo scopo soltanto attorno al 5% della loro spesa sanitaria totale.
Per migliorare il dato, la Commissione Ue ha presentato adesso una raccomandazione rivolta ai Ventisette per coordinare meglio le politiche sanitarie nazionali e rafforzare la protezione dalle infezioni virali che favoriscono l’insorgere dei tumori. Nonostante i nuovi poteri acquisiti durante la pandemia, la salute non è, infatti, una competenza espressa per cui Bruxelles deve limitarsi a misure di natura non legislativa. Ma che trasmettono ai governi le linee guida da seguire con il proposito di migliorare l’adesione ai vaccini: tra queste, somministrazioni gratuite (o rimborsate integralmente), maggiore comunicazione, in particolare con giovani e gruppi target, e un accesso più capillare al trattamento, da integrare nei piani oncologici nazionali.
Due le vaccinazioni su cui l’esecutivo Ue vuole vedere progressi tangibili: quella contro il papillomavirus umano (Hpv), responsabile dell’insorgenza, tra gli altri, del tumore al collo dell’utero, e quella contro il virus dell’epatite B (Hbv), la cui infezione aumenta la probabilità di sviluppare un cancro al fegato. «Ogni anno nell’Ue quasi 14 mila persone perdono la vita a causa del carcinoma della cervice uterina, mentre si registrano oltre 16 mila nuove infezioni da epatite B», ha spiegato la commissaria alla Salute Stella Kyriakides. Il monitoraggio della copertura vaccinale ha un ruolo chiave, e infatti il documento vuole potenziarlo e diffonderne meglio i risultati: ad oggi, ad esempio meno del 50% delle giovani donne sono state vaccinate nell’Ue contro l’Hpv (il piano Ue contro il cancro prevede invece il 90%), mentre i dati relativi ai coetanei sono molto limitati, tanto che la Commissione invita i Paesi a definire una soglia anche per i ragazzi. Per il virus dell’epatite B, invece, il richiamo è agli obiettivi fissati dall’Oms: una copertura vaccinale del 95% a livello di immunizzazione infantile, screening della patologia nel 95% delle donne incinte e somministrazione tempestiva della terapia contro l’Hbv al 95% dei neonati entro 24 ore dal parto.

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