Allarme sanitario per la sfida social della patatina super piccante

Mortali, prima ricercatrice del Centro dipendenze e doping dell’Iss: «Comportamento pericoloso legato all’uso distorto degli smartphone

Allarme sanitario per la sfida social della patatina super piccante
di Antonio Caperna
3 Minuti di Lettura
Giovedì 9 Novembre 2023, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 07:34

La sfida social è quella di mangiare una patatina super piccante senza bere o cercare, in qualche altra maniera, di attutire il “colpo” che arriva nello stomaco.

Una sfida raccolta soprattutto dagli adolescenti che in molti Paesi del mondo, anche da noi, si sono sentiti male. Un ragazzino di 14 anni americano è morto dopo aver partecipato a una sfida su TikTok che invitava a mangiare la patatina più piccante al mondo.

La Hot Chip Challenge, in realtà non è una patatina, ma una tortilla chip condita con la polvere di due dei peperoncini più piccanti che esistono: il Carolina Reaper e il Trinidad Scorpion. Due varietà entrate nel Guinness dei primati. La tortilla, viene venduta in una scatoletta a forma di bara per far capire a che cosa si va incontro.

L’allarme sanitario, dunque, è scattato anche da noi per questa insensata sfida alimentare. Dopo un esposto dell’Unione nazionale consumatori, la questione è al vaglio del Nas dei Carabinieri e del ministero della Salute. «Il cibo ha sempre un impatto abbastanza forte, perché la sfida è più facile da fare, per la semplicità del materiale su cui si basa – spiega Claudia Mortali, prima ricercatrice del Centro nazionale dipendenze e doping dell’Istituto superiore di sanità – Stiamo studiando la problematica per trovare una risposta precisa e dettagliata. Fra gli studenti italiani di 11-17 anni circa, 243mila hanno partecipato almeno una volta a una social challenge, il 6,1%. I giovani della Gen Z sono nati con una Ferrari tra le mani. Gli smartphone li connettono al mondo e li espongono anche a rischi globalizzati, ma non hanno ancora gli strumenti per poter controllare pienamente il mezzo».

La ricerca dell’Istituto superiore di sanità è stata condotta con il finanziamento delle Politiche antidroga, per indagare sulle dipendenze comportamentali dei ragazzi. Nel caso della patatina piccante non si parla di dipendenza ma sicuramente un comportamento pericoloso, legato a un uso distorto del cellulare e dei social. Le sfide social alimentari sembrano avere molto successo. Perché appaiono semplici, “casalinghe” e si immaginano senza gravi conseguenze. Si può acquistare qualsiasi cosa, ricorda l’esperta dell’Istituto superiore di sanità, e apparentemente sembra meno pericolosa di un tuffo da un piano alto di un palazzo dentro una piscina. «La finalità iniziale di chi entra in queste sfide – aggiunge Mortali – è quella di far ridere, nella loro idea il rischio non è così grande e si pensa di poterlo tenere sotto controllo. Tutt’al più si pensa di poter avere un disagio momentaneo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA