Infermiere di famiglia e comunità: evoluzione di una missione

Infermiere di famiglia e comunità: evoluzione di una missione
di Barbara Mangiacavalli
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Giovedì 11 Maggio 2023, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 07:53

Il 12 maggio 1820 è nata Florence Nightingale, fondatrice delle Scienze infermieristiche moderne.

L’International Council of Nurses ricorda questa data celebrando in tutto il mondo la Giornata internazionale dell’Infermiere. A partire dal 1992 l’allora Federazione nazionale Collegi Ipasvi (Fnopi.it) sostiene la Giornata internazionale dell’Infermiere anche con la diffusione di manifesti che sottolineano l’impegno degli infermieri italiani sui temi della solidarietà e dell’alleanza con i pazienti e le loro famiglie. Il 12 maggio è, così, diventato l’occasione per far sì che la professione infermieristica parli un po’ di sé con i ricoverati negli ospedali, con gli utenti dei servizi territoriali, con gli anziani, con gli altri professionisti della sanità, con i giovani che devono scegliere un lavoro, con tutti coloro, insomma, che nel corso della propria vita hanno incontrato o incontreranno un infermiere.

GLI EVENTI

 Dal 12 al 14 maggio si svolgeranno tre giorni di eventi a Bergamo e Brescia Capitali della Cultura. Questo il titolo: “Il talento degli infermieri. Arte e scienza in evoluzione”. A tre anni dall’inizio dell’emergenza pandemica, l’evento, realizzato con la direzione artistica della Fondazione Soldano, prenderà forma attraverso una serie di appuntamenti culturali gratuiti e aperti a tutta la cittadinanza per restituire un senso a quel periodo così difficile e rilanciare l’assistenza e il rapporto con i cittadini verso un nuovo inizio. Ricordo che recentemente è stato firmato un protocollo di intesa tra la Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche e la Confederazione delle Associazioni Regionali di Distretto – Società Scientifica delle Attività Territoriali, per potenziare i distretti sanitari grazie alla figura soprattutto dell’infermiere di famiglia e comunità.

Non solo quale modello professionale, ma anche come riferimento culturale e organizzativo per le nuove politiche della sanità territoriale. Le attività che il protocollo intende promuovere sono: valorizzare le competenze acquisite dal professionista, per rispondere alle nuove esigenze della popolazione, innanzitutto per disporre di servizi di prossimità; favorire l’integrazione tra i diversi professionisti della sanità, anche nell’ambito dell’organizzazione delle strutture di direzione; favorire la diffusione e l’accessibilità di dati epidemiologici tra tutti i professionisti del territorio per sviluppare modelli di cura sempre più rispondenti alle esigenze della popolazione; favorire l’implementazione del modello di community building, e, così, i valori di coinvolgimento, proattività, promozione delle connessioni sociali e coprogettazione; favorire la creazione di percorsi di formazione, rivolti in particolare all’Infermiere di famiglia e di comunità, perché possa acquisire un maggior grado di preparazione nei diversi ambiti di intervento e valorizzare, così, le proprie competenze trasversali. Il protocollo prevede specifici accordi attuativi in relazione ai singoli progetti di collaborazione e dovrà garantire la collaborazione per la divulgazione dell’attività ai livelli nazionali, regionali e provinciali e una continua e costante collaborazione tra gli eventuali rispettivi gruppi di lavoro, necessaria alla ottimale realizzazione delle rispettive attività. Il ruolo dei distretti in questo momento e in questo assetto che si sta dando al sistema salute del Paese è un ruolo strategico, un punto chiave, la cerniera di congiunzione tra l’ospedale per acuti e la necessità di garantire quella che nel Pnrr è chiamata sanità di prossimità, salute di prossimità. Il distretto gioca questo ruolo di connessione: un momento peculiare e anche un luogo fisico e virtuale, grazie alle nuove tecnologie d’incontro, confronto, definizione di percorsi, di integrazione multiprofessionale e di integrazione dei setting assistenziali. Il distretto è quell’elemento che aiuta a ricomporre la frammentazione del nostro sistema salute, anche inserendo il sociale, e gli infermieri sono al centro e motore di questo cambiamento.

*presidente FNOPI Federazione nazionale ordini professioni infermieristiche 

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