Dermatite atopica, in onda la campagna #ChangeAD: ecco come cambiare l'impatto sulla vita quotidiana

Il progetto è stato concepito per accrescere la consapevolezza sulla malattia e sul suo impatto nella vita quotidiana di bambini, adolescenti e adulti che ne sono affetti, ma anche per guardare alle nuove prospettive teraupetiche.

Dermatite atopica, in onda la campagna #ChangeAD: ecco come cambiare l'impatto sulla vita quotidiana
di Valeria Arnaldi
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Giovedì 14 Dicembre 2023, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 07:19

«Immagina un prurito che ti strappa la pelle e i sogni, il tuo corpo che si sgretola, le fiamme che ti avvolgono, gli occhi delle persone sempre addosso».

Queste le parole che accompagnano le immagini della campagna #ChangeAD, realizzata da Sanofi con il patrocinio di ADOI-Associazione Dermatologi venereologi Ospedalieri Italiani, ANDeA-Associazione Nazionale Dermatite Atopica e SIDeMaST-Società Italiana di Dermatologia e Malattie Sessualmente Trasmesse, che è in onda sulle principali emittenti tv, sul web e sui social - con un rimando al portale informativo www.dermatopia.it  - ed è stata concepita per accrescere la consapevolezza sulla dermatite atopica e sul suo impatto nella vita quotidiana di bambini, adolescenti e adulti che ne sono affetti, nonché sulle nuove prospettive terapeutiche offerte dalla ricerca scientifica.

Ad essere illustrate sono le quattro principali dimensioni della dermatite atopica - prurito, secchezza cutanea, bruciore e stigma sociale – e le nuove prospettive alle quali i pazienti possono tendere grazie alla ricerca, che permette loro di «reimmaginare la propria vita con la dermatite atopica».  

Il primo passo ovviamente, è capire di che tipo di patologia si tratta, sfatando false convinzioni.

Da qui il rimando al portale che aiuta anche a orientarsi rispetto ai centri specializzati. La malattia si definisce “cronico recidivante” ed è sostenuta da un processo infiammatorio di tipo 2 e che può interessare ad ogni età, anche i neonati. Perlopiù si riscpntra proprio tra i bambini - 20% di prevalenza - tende ad attenuarsi durante l’adolescenza e non di rado si manifesta di nuovo o esordisce in età adulta. In Italia, riguarda il 7,7% degli adolescenti tra i 13 e i 14 anni e il 6,6% degli adulti. 

L'impatto è importante. Prurito e lesioni, spesso in zone sensibili e visibili, possono gravare in modo significativo sulla sfera psicologica e sociale dei soggetti che ne soffrono. Nella pratica, ciò vuol dire anche disturbi del sonno, calo della produttività al lavoro o a scuola, rinunce professionali e personali, forme di stigma sociale, ansia e depressione. 

«Oggi, le nostre conoscenze rispetto al meccanismo infiammatorio alla base della dermatite atopica sono molto più ampie e precise» dice Giuseppe Argenziano Presidente SIDeMaST. «Lo sforzo congiunto di industria e comunità scientifica ha reso disponibili opzioni di trattamento che agiscono sulle cause di questa patologia, permettendone il controllo di segni e sintomi. Queste terapie innovative sono attualmente disponibili solo presso centri dermatologici selezionati. È quindi fondamentale che il paziente si rivolga ad essi per poter intraprendere il percorso terapeutico più adeguato alla sua condizione».  

Marcello Cattani, presidente e AD di Sanofi Italia e Malta, spiega: «Siamo orgogliosi di come il successo della nostra strategia di R&D abbia portato a opzioni terapeutiche innovative nel trattamento delle malattie infiammatorie croniche. Attraverso l’applicazione di tecnologie all’avanguardia, la nostra ricerca si spinge verso la scoperta di nuovi meccanismi d'azione, o lo sviluppo di piccole molecole, anticorpi monoclonali, anticorpi bispecifici o multi-specifici, destinati a cambiare l’approccio terapeutico di diverse patologie, permettendone un controllo a lungo termine o potenzialmente cambiarne l’evoluzione». 

«Ci impegniamo ogni giorno per portare al mondo clinico e istituzionale le esigenze dei pazienti – afferma Mario Picozza, Presidente ANDeA, FederASMA e Allergie Odv.

Non si tratta solo di illustrare il problema ma anche di guardare ai grandi passi avanti fatti nel corso del tempo. «Negli ultimi anni grazie alla ricerca, l’approccio clinico e terapeutico alla dermatite atopica è profondamente cambiato – dichiara Francesco Cusano, Presidente ADOI - I risultati raggiunti sono inimmaginabili rispetto a solo cinque anni fa. È importante che le persone sappiano che oggi ci sono diverse possibilità per tenere sotto controllo i sintomi di questa patologia dal forte impatto anche psicologico per chi ne soffre e che possono rivolgersi a Centri dermatologici specializzati». 

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